ipostàtico (teologia)
agg. (pl. m. -ci) [sec. XVII; dal greco hypostatikós, da hypóstatis, sostanza]. Relativo a ipostasi (filosofia). Con significato peggiorativo, di cosa che sussiste solo come concetto, cui vengono date però concretezza e realtà esteriore. Nella teologia cattolica, unione ipostatica, espressione dogmatica riferita a Gesù Cristo in quanto Uomo-Dio: in Lui infatti la natura divina e la natura umana sono intimamente unite in un'unica Persona, il Verbo di Dio (o seconda Persona della SS. Trinità). Nei riguardi del Verbo di Dio l'unione non è, come nell'uomo, il risultato dell'unione sostanziale, ma la Persona precede l'unione delle due nature, la divina e l'umana. Il Concilio di Efeso (431) confermò l'intepretazione ortodossa della doppia natura umana e divina di Cristo sostenuta da Cirillo. Tale tesi venne riconfermata dal Concilio di Calcedonia (451) e definitivamente sanzionata dal III Concilio di Costantinopoli (680-681).