ghepardo
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sm. [sec. XIX; da gattopardo tramite il francese guépard]. Carnivoro (Acinonyx jubatus) della famiglia dei Felidi, lungo sino a m 1,50, con coda di 75 cm, muso corto, testa tondeggiante, corporatura molto slanciata e lunghi arti atti alla corsa. È l'unico felide che, almeno in età adulta, possiede unghie non retrattili. La sua pelliccia è di color ocraceo, fittamente maculata, con una piccola criniera sulla linea mediana del collo. Agilissimo, il ghepardo è un corridore d'eccezione, detenendo il primato di velocità tra tutti i Mammiferi: può infatti raggiungere per brevi tratti i 113 km/h. La sua tecnica di caccia è basata proprio sull'inseguimento veloce e prolungato, che gli consente di aver ragione di qualsiasi preda. Benché ormai molto raro o estinto al di fuori del continente africano, il ghepardo aveva una distribuzione geografica amplissima, essendo diffuso, con 8 diverse sottospecie, dall'India all'Africa settentrionale e a gran parte dell'Africa sub-sahariana. Un tempo, specie in India, veniva addestrato per la caccia.
Ghepardo. Voce di un ghepardo (Acinonyx jubatus).
Ghepardo. Esemplare di Acinonyx jubatus.
De Agostini Picture Library/F. Galardi
Ghepardo. Il felide vive sia solitario sia in piccoli gruppi.
De Agostini Picture Library/F. Galardi
Etologia: comportamento e abitudini sociali
Il ghepardo vive sia solitario, le femmine con i loro cuccioli, sia in piccoli gruppi di individui adulti, vagando continuamente in ambienti molto aperti in cui la distesa erbosa è interrotta da addensamenti arborei. Solo le femmine, nel periodo delle nascite e dell'allevamento, risiedono in aree di circa 15 km², entro le quali, seguite dai cuccioli, si spostano di boschetto in boschetto. Questi ultimi danno protezione soprattutto ai giovani, che potrebbero essere attaccati dai predatori più grandi o dai predatori sociali (iene, licaoni) della savana. Gli adulti, invece, sono ben protetti dalla loro velocità, superiore a quella di qualsiasi altro animale terrestre. Per quanto riguarda i predatori, essi rappresentano un pericolo per la sopravvivenza del ghepardo non solo perché possono attentare alla sua incolumità fisica, ma anche perché alcuni possono sottrargli le prede e il ghepardo, ormai stanco dopo la caccia, non è in grado di procurarsene altre in breve tempo. Il leone, il leopardo, la iena e il licaone limitano quindi la presenza del ghepardo in determinate aree. Il continuo vagare rende il ghepardo un animale non territoriale e relativamente pacifico, sicché individui o gruppi estranei talvolta convivono in stretta vicinanza senza interferire. I ghepardi marcano con urina le aree in cui risiedono temporaneamente, ma i segnali contenuti nella marcatura sono probabilmente di natura sessuale e di riconoscimento per i componenti di un gruppo e sembrano non respingere gli estranei. Nei gruppi sociali, un maschio dominante ha di solito l'iniziativa nella caccia e negli spostamenti e apparentemente è più attivo nella guardia, ma non si sa come venga acquistata la posizione di supremazia, dato che i ghepardi non mostrano reciprocamente comportamento aggressivo, neanche in occasione dell'accoppiamento. Tutti i maschi di un gruppo possono infatti accoppiarsi con la stessa femmina senza provocare reazioni negli altri. L'individuo dominante tratta i componenti del gruppo come una madre i suoi cuccioli, leccandoli in occasione degli incontri, ecc.
Etologia: cure parentali
L'allevamento è compito esclusivo della femmina. Questa, se abbandona i piccoli per procurare una preda, non si allontana mai tanto da perdere di vista il punto in cui ha lasciato i cuccioli. Se i cuccioli sono molto piccoli, dopo il pasto essa torna presto indietro, altrimenti li chiama a partecipare al pasto con un verso caratteristico. Questo accade verso i 4 mesi di età, quando incomincia lo svezzamento. Fra 4 e 7 mesi di età i cuccioli praticano essenzialmente il gioco; a 7 mesi incominciano a seguire la madre nella caccia e in questo periodo l'apprendimento delle tecniche di caccia è molto intenso. La madre inizialmente uccide le prede e lascia che i cuccioli se ne nutrano; in un secondo tempo tramortisce le prede e permette ai cuccioli di finirle; infine, si limita a tagliare la strada alle prede per facilitarne la cattura ai cuccioli. A 10 mesi di età i giovani ghepardi sono in grado di cacciare da soli, a poco più di un anno sono pienamente sviluppati e a un anno e mezzo prendono a vagare da soli. La madre nel secondo anno rientra in estro.
Etologia: tecnica di caccia
Le prede dei ghepardi solitari sono essenzialmente gazzelle di piccola taglia, giovani facoceri, animali, comunque, di savana aperta, dove il ghepardo può attuare al meglio il suo comportamento di caccia. Al contrario di quella che è la regola fra i Felidi, che praticano l'agguato, il ghepardo insegue le prede con una corsa velocissima, anche se limitata a poche centinaia di metri. L'inseguimento è preceduto da un attento avvicinamento, ma senza tener conto della direzione del vento. Se le prede fuggono in branco, il ghepardo le insegue a velocità moderata fino a che una dà segni di cedimento; allora punta su di essa accelerando al massimo e l'abbatte con una zampata, prendendola subito dopo per il collo e strangolandola. Talvolta i ghepardi praticano l'agguato da una posizione sopraelevata, attendendo le prede all'abbeverata. Mentre i ghepardi solitari mancano molte catture, quelli che cacciano in gruppo hanno maggiore successo e riescono a prendere prede come lo gnu o la zebra, che possono sfamare tutti i cacciatori. Dopo ogni cattura, la possibilità di riposo è brevissima, dato che presto arriveranno sul posto altri carnivori. Di questi, solo gli avvoltoi e gli sciacalli sono tenuti facilmente a bada dal ghepardo.