scimpanzé
IndiceZoologia
[sec. XIX; dal francese chimpanzé, di origine congolese]. Primate (Pan troglodytes) della famiglia dei Pongidi, diffuso nelle grandi foreste africane, dalla Gambia sino ai laghi Vittoria e Alberto a est. È alto sino a 1,70 m nei maschi e 1,30 nelle femmine, di peso variabile tra i 50 e gli 80 kg. Lo scimpanzé ha lineamenti più snelli e con arti più corti e più proporzionati rispetto a quelli dell'orango e del gorilla, con pollice della mano ben sviluppato; ha manto nerastro, di pelo abbondante, che con l'età diventa più grigiastro. La testa presenta cranio tondeggiante, notevole sviluppo della faccia con occhi piccoli e infossati, spiccata arcata sovraorbitaria, orecchie vistose, bocca larga con labbra ben profilate. Si può distinguere un complesso di almeno 4 sottospecie: Pan troglodytes troglodytes, di Niger e Congo, detto pure scimpanzé calvo; Pan troglodytes verus, diffuso dalla Gambia all'alta Guinea e al Niger; Pan troglodytes koolakomba, delle foreste pluviali montane di Camerun e Gabon; Pan troglodytes schweinfurthi, detto anche scimpanzé orientale, diffuso in Zaire e Uganda fino al lago Tanganica. Con il nome di scimpanzé pigmeo si indica invece il bonobo (Pan paniscus), diffuso nello Zaire, tra il medio e alto bacino del fiume Congo e alcuni suoi affluenti meridionali (regione del Kasai). Rispetto allo scimpanzé, il bonobo presenta dimensioni minori (90-100 cm di altezza e 25-45 kg di peso), struttura più slanciata, muso più stretto, arti in proporzione più lunghi, assenza di cresta sagittale sul cranio, orecchie più piccole; la testa non è mai calva e le labbra sono rossastre. Il bonobo è la scimmia che presenta nel complesso maggior somiglianza con l'uomo.
Scimpanzé.
De Agostini Picture Library / P. Jaccod
Scimpanzé. Voce di uno scimpanzé (Pan troglodytes).
Etologia
Gli scimpanzé vivono in branchi composti da un numero variabile di individui, fra alcune unità e una quarantina. Più frequentemente, tuttavia, i componenti di un branco superano di poco la decina. Salvo i rapporti fra madri e figli, che sono considerevolmente stabili, quelli fra tutti gli altri individui sono molto mutevoli; in genere è anche variabile la composizione dei branchi ed è frequente l'interscambio di individui fra branchi diversi. I tipi di associazione più frequenti sono: a) gruppi di individui adulti di ambedue i sessi, anche accompagnati da qualche giovane ma mai da madri con piccoli; b) gruppi di soli maschi adulti; c) gruppi di femmine adulte con i loro piccoli e, talvolta, altre femmine; d) gruppi misti di maschi e femmine adulti, madri con piccoli e giovani di ambedue i sessi. Fra alcuni individui si instaurano talvolta particolari rapporti “di amicizia”, detti alleanze, che li portano a mantenere contatti più frequenti. Nell'ambito dei singoli gruppi esiste una gerarchizzazione fra maschi, con la dominanza dei più anziani, anche se relativamente indeboliti dall'età. I maschi dominanti hanno una certa priorità di accesso ai bocconi di cibo preferiti e alle femmine in calore, ma condividono cibo e femmine con gli altri maschi senza liti. Le rare occasioni di litigio si risolvono in esibizioni di minaccia piuttosto che in vere zuffe e sono di breve durata. La giornata degli scimpanzé si divide fra la ricerca di cibo, le attività socializzanti, fra cui la pulizia del pelo, e il riposo. L'attività incomincia all'alba e si svolge indifferentemente sul terreno o sugli alberi, ma con preferenze per l'uno o gli altri a seconda di dove il cibo sia più abbondante. Nelle zone di foresta gli scimpanzé si nutrono di molti frutti arborei e fra i rami si muovono con agilità, aiutandosi con i piedi, prensili in uguale misura che le mani, o balzando di ramo in ramo, appesi con le mani, similmente ai gibbonie se meno agilmente di questi; tuttavia anche gli spostamenti fra alberi vicini vengono effettuati sul terreno, su cui gli scimpanzé camminano appoggiando le mani con le nocche e seguendo percorsi consueti che acquistano l'aspetto di sentieri; nelle zone di savana gli scimpanzé passano la maggior parte del tempo sul terreno, ma in caso di pericolo possono rifugiarsi sugli alberi. Inoltre, mentre in foresta sono prevalentemente vegetariani, integrando occasionalmente la dieta con piccoli animali, soprattutto invertebrati, in savana sono più spiccatamente carnivori, dedicandosi con una certa regolarità alla caccia di animali di taglia relativamente grande, come cudù, potamoceri e anche altre scimmie, che poi smembrano e mangiano collettivamente. I bocconi di carne vengono sempre accompagnati con bocconi di foglie. Quando trasportano una preda o altro cibo, camminano su tre zampe o ritti sulle posteriori, a seconda di quante mani impegnino a sorreggere il cibo. Un'attività frequente degli scimpanzé in certe stagioni è la cattura delle termiti e delle formiche, effettuata introducendo bastoncini accuratamente sfrondati nei buchi dei termitai ed estraendoli poi con le termiti attaccate a essi per le mandibole. I bastoncini sperimentati come particolarmente adatti possono essere conservati (ma non per molto tempo) e riutilizzati in una successiva circostanza. L'uso utilitaristico di oggetti, che acquistano la funzione di veri e propri arnesi, d'altro canto, ha negli scimpanzé i principali protagonisti; possono essere usati rami per la difesa dai predatori, manciate di foglie per pulirsi o per raccogliere acqua non direttamente raggiungibile, pietre per difesa o per spaccare gusci di noci ecc. In cattività, lo scimpanzé offre prestazioni ottime nell'impiego di oggetti estranei al suo ambiente naturale, come bastoni componibili, cubi di legno, ecc. per raggiungere cibo non direttamente a portata di mano. Per trascorrere la notte ogni scimpanzé si costruisce sugli alberi una grossolana piattaforma di rami e foglie, usandola individualmente, ma le madri tengono nella propria i figli, fino all'età di 3-4 anni. Le piattaforme, che sono usate per una sola notte, vengono costruite talvolta anche per riposare durante il giorno. Le femmine in estro sviluppano pronunciate tumescenze della regione ano-genitale, che richiamano le attenzioni dei maschi; fra questi non c'è competizione sessuale e, seppure fra i maschi adulti e i giovani ci sia un ordine di precedenza nell'accoppiamento a favore dei primi, molti maschi si possono accoppiare in successione con la stessa femmina. Non c'è corteggiamento preliminare; semplicemente la femmina presenta al maschio il posteriore, come invito alla monta o come risposta all'intenzione di accoppiarsi manifestata dal maschio. Dopo un periodo di gestazione variabile fra 220 e 260 giorni, le femmine partoriscono un piccolo, spesso aiutandolo a venire al mondo con le mani, e quindi mangiano la placenta. Il piccolo è inizialmente inerme e viene portato dalla madre con una mano o trattenuto contro il petto. Come madri, le femmine più anziane si dimostrano in genere più abili delle primipare. Prima il contatto e poi la compagnia della madre sono indispensabili per il piccolo scimpanzé, gran parte della cui vita futura è basata su quanto apprende dalle esperienze effettuate in giovane età; la dieta degli scimpanzé, per fare un esempio, è soggetta a trasmissione culturale e quindi, mentre è relativamente uniforme nell'ambito di uno stesso gruppo, varia con i diversi gruppi; gli scimpanzé adulti non accettano facilmente cibo che già non conoscano. Nella crescita del giovane si possono distinguere periodi successivi: nei primissimi giorni esso è totalmente dipendente dalla madre. I primi movimenti coordinati compaiono dopo due mesi e all'età di tre mesi il piccolo può compiere qualche passo reggendosi alla madre; nel mese successivo impara a camminare da solo (a quattro zampe), mette i primi denti e mostra interesse per gli alimenti consumati dalla madre. A sei mesi il piccolo cavalca la madre durante gli spostamenti, mangia un po' di cibo insieme a essa e gioca con i compagni; queste attività si sviluppano nel corso dei primi tre anni, al compimento dei quali il giovane scimpanzé è ormai indipendente, si procura da solo il cibo e si costruisce il nido per la notte; a questa età il giovane perde il ciuffo di peli bianchi della coda, distintivo dell'età infantile; la madre lo protegge ancora, ma gli altri individui del branco possono mostrarsi intolleranti con lui. La maturazione sessuale viene conseguita nei maschi verso dodici o tredici anni, nelle femmine qualche anno prima; a queste età l'individuo è perfettamente inserito nel gruppo degli adulti. La vita totale può estendersi fino a cinquant'anni. È degno di nota il fatto che gli scimpanzé non smettono mai di giocare e perfino gli adulti sembrano trovare piacere nelle attività ludiche, che svolgono sia fra adulti sia con i giovani. Parimenti si mostrano sempre attratti dalle cose nuove, che sono spinti a esplorare, sia pure, inizialmente, con molta prudenza. Nei confronti dei predatori gli scimpanzé sono molto aggressivi; tutti gli adulti del branco, incluse le femmine, possono attaccare il nemico, spesso armati di lunghi bastoni; nell'uso di questi le popolazioni di savana sono assai più abili di quelle di foresta e li maneggiano come clave, mentre le prime, al più, come oggetti da lancio; gli scimpanzé che affrontano un potenziale nemico adottano un atteggiamento un po' incurvato, con il muso proteso e rizzano il pelo delle spalle, del dorso, delle braccia e delle cosce, sì che appaiono più grossi e minacciosi. Peraltro i predatori degli scimpanzé sono scarsi: qualche leopardo o i grandi serpenti possono, talvolta, insidiare i più giovani, specie se soli. Lo scimpanzé è la scimmia per la quale esistono le prove più numerose di comportamento intelligente, grazie anche alla relativa semplicità di allevamento che la specie presenta; numerosi scimpanzé allevati fin da piccoli da ricercatori alla stregua di bambini, cioè inseriti in una famiglia umana, hanno mostrato capacità di inserirsi perfettamente in contesti del tutto estranei al loro ambiente naturale, apprendendo modi di vita e di comportamento simili a quelli umani: imparano a mangiare a tavola e a usare le stoviglie, imparano ad andare in bicicletta, a fumare e a usare il fuoco, giocano volentieri con gli oggetti d'uso umani e perfino con i colori. Rarissimi sono i casi di scimpanzé che hanno imparato a pronunciare alcune parole del linguaggio umano, mentre sempre più numerosi sono quelli di individui capaci di apprendere un linguaggio simbolico, sia attraverso gesti (per esempio, alcuni del linguaggio dei sordomuti) sia attraverso oggetti di significato convenzionale da disporre in un certo ordine sulla lavagna, per mezzo dei quali comunicano con il loro addestratore in modo perfettamente comprensibile. Queste straordinarie capacità, che indicano considerevoli doti di astrazione, non sono sviluppate dagli scimpanzé allo stato naturale, che pure, secondo certi resoconti, possono usare gesti convenzionali semplici propri di singoli gruppi, ma potrebbero rappresentare la traccia di capacità possedute un tempo dall'antenato comune delle scimmie e dell'uomo e che solo in quest'ultimo hanno trovato uno sviluppo evolutivo.