fulìggine
(toscano filìggine), sf. [sec. XIII; latino fulīgo-ínis]. Residuo incombusto solido, dall'aspetto di polvere nerastra, dei processi di combustione. È costituita in prevalenza da carbonio amorfo, sostanze catramose e altre di vario genere (sali di calcio, potassio, ecc.). Nei focolari e nei bruciatori la fuliggine si deposita sulle pareti della camera di combustione e dei condotti del fumo, specie dove la temperatura è più bassa. La formazione di fuliggine in misura rilevante è indice di cattiva combustione o per difetto d'aria o per bassa temperatura delle fiamme. La pulizia della fuliggine dei focolari industriali e dei camini si effettua insufflando aria compressa attraverso apposite aperture e mantenendo possibilmente in azione il tiraggio, oppure provocandone la combustione mediante appositi prodotti.