fràncone o francóne

agg. e sm. Dei Franchi, della Franconia. § In linguistica, gruppo, detto anche franco, di dialetti germanici documentati in diverse fasi cronologiche. Nell'epoca antica si possono distinguere il basso-francone, parlato nella regione degli attuali Paesi Bassi e del Belgio settentrionale, dal quale si sono sviluppati i dialetti olandesi e fiamminghi, e che appartiene all'area dei dialetti basso-tedeschi e fu usato in una traduzione interlineare dei Salmi fatta nel sec. IX; il francone medio, diviso in una varietà dialettale settentrionale con centro principale Colonia (francone ripuario) e in una meridionale con centro principale Treviri (francone mosellano), documentata da un testo di leggi (Capitolare di Treviri), dalla copia di un'iscrizione di Colonia e da qualche altra glossa; appartiene, come tutte le varietà dialettali seguenti, all'area dei dialetti alto-tedeschi; il francone renano, parlato nella regione di Francoforte sul Meno, Magonza, Worms, Spira, Lorsch, i cui documenti sono costituiti dai Giuramenti di Strasburgo (842) e dal Canto di Ludovico che esalta la vittoria di Ludovico III sui Normanni (881); il francone renano meridionale, o dialetto di Weissenburg, attestato nel Catechismo di Weissenburg (fine sec. VIII) e nel Libro dei Vangeli di Otfried, poema sulla vita di Cristo composto tra l'865 e l'870; il francone orientale, formatosi nei centri di Würzburg, Bamberga e Fulda, i cui documenti principali sono gli Scongiuri di Merseburgo, anteriori al 750, e la traduzione in alto-tedesco del Diatessaron di Taziano (Evangelienharmonie) redatta all'abbazia di Fulda, intorno all'830.

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