fosgène
sm. [sec. XIX; dal francese phosgène]. Composto chimico, detto anche ossicloruro di carbonio, di formula COCl₂. Si ottiene industrialmente facendo passare monossido di carbonio e cloro su carbone di legna finemente suddiviso alla temperatura di 150-200 ºC. È un gas incolore, di odore pungente, che si scinde in presenza di umidità con formazione di anidride carbonica e acido cloridrico. Il fosgene si forma anche in seguito a riscaldamento o a esposizione alla luce del tetracloruro di carbonio, del cloroformio e di altri idrocarburi clorurati. Si impiega nella preparazione di numerosi prodotti chimici, tra cui coloranti, insetticidi, farmaci, materie plastiche, ecc. Il fosgene è stato usato come aggressivo chimico per la sua azione asfissiante. Concentrazioni di 3-5 mg per litro di aria producono la morte in pochi minuti, tuttavia anche quantità 10-20 volte inferiori possono avere effetti letali se inalate per un periodo di tempo più lungo. L'intossicazione accidentale con fosgene può verificarsi per inspirazione dei fumi che si sviluppano da bottiglie di cloroformio esposte per un certo tempo alla luce. Sostanze con proprietà chimiche e azione farmacologica simili a quelle del fosgene si sviluppano per riscaldamento ad alta temperatura del Teflon (politetrafluoretilene), del freon e delle miscele a base di tetracloruro di carbonio usate negli estintori. Il fosgene provoca un'intensa irritazione della congiuntiva e della mucosabronchiale, con tosse, dispnea, senso di soffocamento, dolore puntorio retrosternale. La morte può avvenire per edema polmonare o, più tardivamente, per complicanze polmonitiche.