fava

sf. [sec. XIV; latino faba].

1) Nome comunemente usato per indicare la pianta erbacea annua Vicia faba della famiglia Leguminose (sottofamiglia Papilionoideae) e i suoi semi commestibili. Proverbio: “pigliar due piccioni con una fava” conseguire due risultati in una volta sola. § Originaria delle regioni mediterranee e coltivata fin dall'Età del Bronzo, la fava ha foglie paripennate e fiori in racemi ascellari con una vistosa macchia nera sulle ali; i frutti sono baccelli rigonfi, con semi appiattiti commestibili (fave). Si coltiva in diverse varietà per i semi, che si usano nell'alimentazione sia umana (è cibo popolare e di largo consumo nell'Italia centromeridionale) sia del bestiame, oppure per la pianta, che serve da foraggio o per sovescio. La fava grossa (Vicia faba varietà maior) è usata per l'alimentazione umana; la favetta (Vicia faba varietà minor) e la fava cavallina (Vicia faba varietà equina) per l'alimentazione degli animali e come piante da foraggio. La fava costituisce una tipica coltura da rinnovo, che arricchisce il terreno di azoto. § Fava del Calabar, pianta lianosa Physostigma venenosum della famiglia Leguminose (sottofamiglia Papilionoideae), originaria dell'Africa occidentale, dai cui semi, altamente tossici e noti con il medesimo nome, si estrae la fisostigmina. § Fava di S. Ignazio, specie Strychnos Ignatii della famiglia Loganiacee originaria delle Filippine. I suoi semi contengono stricnina e brucina e si usano in farmacia per le proprietà emetiche e purgative. § Fava tonca, nome dei semi della Dipteryx odorata (=Coumaruna odorata) della famiglia Leguminose (sottofamiglia Papilionoideae) dai quali si estrae la cumarina.

2) Fava dei morti o fave dolci, piccoli dolci di varia composizione (in cui entra quasi sempre la pasta di mandorle) preparati in molte regioni italiane, soprattutto per la ricorrenza dei morti.

3) Ant. pallottolina che si gettava nell'urna per le votazioni; per estensione, il voto stesso: metter alle fave, mettere ai voti.