esèmpio
Indicesm. [sec. XIII; dal latino exemplum].
1) Ciò a cui ci si può riferire come modello e ammaestramento: il cane è un esempio di fedeltà; dare il buon esempio, fare il primo passo, compiere per primo un'azione; questo ti serva da esempio, da monito, da ammaestramento; senza esempio, senza paragone, ineguagliabile.In particolare, in pedagogia solitamente si distingue tra esempio morale-educativo ed esempio didattico. Con il primo si designa un comportamento volto a promuovere l'insegnamento etico attraverso l'imitazione, con il secondo una tecnica dell'insegnante tendente alla chiarificazione di un enunciato a fini illustrativi ed esplicativi. L'esempio non deve essere però un termine di paragone al quale adattarsi passivamente, bensì lo stimolo a ristrutturare un determinato processo attraverso la propria esperienza. È corretto quindi accogliere lo stimolo proveniente dall'esempio, seguire un determinato procedimento di analisi, di ricerca, ma rielaborandolo soggettivamente. Solo così l'esempio può diventare la giusta mediazione fra essere e dover essere.
2) Citazione, passo introdotto nel discorso per spiegare o rafforzare un'affermazione, una regola e simili: una grammatica ricca di esempi; per esempio, formula che introduce un esempio.
3) Ciò che ha valore rappresentativo all'interno di cose della stessa specie, dello stesso genere e simili: un esempio di poesia futurista.
4) In filosofia, argomentazione di tipo analogico, che attribuisce anche a un caso somigliante quanto si afferma in un altro caso.
5) Nella letteratura medievale e in quella volgare delle origini, racconto tratto dalle fonti più diverse (storia, agiografia, tradizione popolare, ecc.) riportato dall'autore a conferma di una tesi. Se ne ebbero vere e proprie raccolte: famosi Gli assempri in volgare di F. Agazzari e gli esempi intercalati nello Specchio di vera penitenza di I. Passavanti.
6) In matematica, caso particolare di una relazione tra enti matematici. Molto spesso l'esempio è numerico.