ectima
sm. (pl. -i) [sec. XIX; greco ékthyma, pustola]. Infezione cutanea caratterizzata da piccole ulcere piatte e purulente, coperte da croste aderenti e circondate da un alone eritematoso ed edematoso. L'ulcera lascia di solito una cicatrice. Può essere presente prurito e il grattamento può facilitare la diffusione dell'infezione. In genere l'ectima è dovuto all'infezione da streptococco-beta-emolitico di gruppo A, anche se sono frequenti i casi in cui lo Staphylococcus aureus rappresenta l'agente causale iniziale. Predilige i vecchi, i cachettici e i diabetici; nel bambino può essere secondario a morsicature di insetti o trauma, specialmente agli arti inferiori. Nell'adulto l'infezione non curata può portare a cellulite, linfangite o foruncolosi. Nei bambini le lesioni persistono a lungo e si può avere una glomerulonefrite acuta. Un trattamento con antibiotici per via sistemica può risolvere prontamente il quadro clinico. L'ectima gangrenoso è la dermatitegangrenosa dei bambini che riconosce come agente eziologico lo Pseudomonas. L'ectima sifilitico è una manifestazione che compare nella sifilide terziaria. § In veterinaria si riscontra l'ectima contagioso, una malattia esistente negli Stati Uniti, simile al vaiolo, che colpisce agnelli e capretti. La malattia si manifesta con papule e vescicole sulle labbra e qualche volta intorno alle narici e agli occhi. I giovani animali colpiti non possono succhiare il latte dalla madre e non possono mangiare a causa delle papule divenute crostose e le labbra edematose. La malattia però è benigna e si risolve nel giro di un mese senza lasciare tracce.