covata

Lessico

sf. [sec. XV; da covare].

1) L'insieme delle uova deposte e covate da un uccello; per estensione, i pulcini che ne nascono e anche i piccoli di mammifero nati in uno stesso parto; nidiata. Fig.: una covata di bambini.

2) Usanza secondo la quale, presso alcune popolazioni primitive, in occasione del parto, il padre, sostituendosi alla puerpera, finge le doglie e riceve tutte le cure in genere dedicate alla donna.

3) In veterinaria: A) covata acida, malattia infettiva delle api causata dall'ingestione di alimenti contaminati dalle spore dello Streptococcus apis. La profilassi consiste nella pulizia dell'alveare. B) Covata a sacco, malattia delle api determinata da un virus filtrabile; si trasmette con gli alimenti e colpisce generalmente le larve, procurandone la morte. La profilassi consiste nell'eliminare i favi contenenti le larve morte e la terapia nel tenere 3-4 giorni le api senza alimenti, somministrando quindi cibo medicato.

Etnologia

L'usanza della covata, detta anche accubito, deriva forse dal costume di certi uccelli, secondo cui il maschio cova le uova al posto della femmina. La vera covata, la covata pesante, già segnalata da autori classici (Diodoro Siculo, Apollonio Rodio, Strabone) tra i Corsi, i Tibareni del Ponto e forse anche tra i Celti, i Traci e gli Sciti, è stata osservata in Asia meridionale e in America Meridionale tra i Caribi delle Antille e del Venezuela, tra i Tupinamba e i Mundurucú. Esiste anche una covata leggera nella quale il maschio è obbligato soltanto a osservare determinati divieti alimentari durante la gravidanza o in occasione del concepimento. Sono state avanzate molte spiegazioni di quest'uso: J. J. Bachofen sostenne che la covata, nel passaggio da matriarcato a patriarcato, volesse sottolineare in forma esasperata il riconoscimento della paternità; E. B. Tylor e J. G. Frazer videro in questa istituzione una forma di protezione magica per trasferire sul padre i pericoli reali e immaginari cui sono esposti la madre e il figlio. W. Schmidt la spiegò invece come una partecipazione attiva del marito ai dolori della moglie.