cantàride
sf. [dal greco kantharís-ídos, dim. di kántharos, scarabeo, tramite il latino canthăris-ídos]. Insetto coleottero (Lytta vesicatoria) della famiglia Meloidi. Lunga sino a ca. 2,5 cm, la cantaride è caratterizzata da una bella livrea metallica verde-blu. Gli adulti della cantaride si nutrono delle foglie di diverse specie arboree; le larve, invece, si nutrono a spese delle larve degli Apidi, nonché delle loro provviste alimentari. § Dall'animale essiccato si ottiene una droga che ha lo stesso nome e il cui principio attivo è la cantaridina, sostanza con proprietà rubefacenti e vescicatorie; ha odore caratteristico, sgradevole e sapore amaro pungente. Fu usata in passato come revulsivo locale e, per via orale, come afrodisiaco e abortivo, per la sua azione congestionante a carico degli organi pelvici. La cantaride può produrre gravi avvelenamenti per la facilità del suo assorbimento cutaneo, già alla dose di 0,5-1 grammo (cantaridismo).