ballet de cour
espressione francese (propr., balletto di corte) indicante il balletto fiorito in Francia alla fine del Cinquecento, anche se il genere è nato storicamente in Italia, dove lo troviamo già in pieno sviluppo nel Quattrocento, contemporaneamente presso le corti dei Visconti, dei Savoia e dei Medici. Fu il coreografo piemontese Baltazarini col celeberrimo Balet comique de la Royne (1581) a fissare le caratteristiche fondamentali del nuovo genere che realizzava la fusione tra le forme coreiche rinascimentali italiane e quella che sarà l'eleganza tutta francese della danse noble. Articolato in tre parti (ouverture, recitata, entrées, pantomimiche, musicali e recitate, e grand ballet, finale danzato), il ballet de cour fu all'inizio comique, basato cioè su un'azione drammatica unitaria, generalmente d'argomento mitologico, ed eseguito esclusivamente dal re e dalla sua corte. Il tono aulico del ballet comique, lo sfarzo dei suoi costumi, il dispendioso apparato di cui necessitava favorirono la nascita di un nuovo tipo di ballet de cour, il ballet-mascarade dalla trama esile e dal numero ridotto di entrées, più agevole quindi a essere rappresentato. Appartengono a questo tipo La mascarade de la Foire Saint-Germain (1606), il Ballet des Échecs (1607), ecc. Un terzo tipo di ballet de cour, che si differenzia dai precedenti per un più alto livello poetico fu il ballet mélodramatique – a imitazione di quello creato a Mantova (Il ballo delle ingrate, 1608) da Monteverdi e Rinuccini – di cui abbiamo validi esempi in Le triomphe de Minerve (1615) interpretato dalla regina, La délivrance de Renault (1617), L'adventure de Tancrède en la forest enchantée (1619), ecc. Ultimo tipo di ballet de cour è il cosiddetto ballet à entrée con maggiore autonomia delle varie scene e intonazione satirica e burlesca dei suoi soggetti (Ballet des Bacchanales, 1623, ecc.). Fin dall'inizio ma soprattutto nella terza fase del ballet de cour, dominata dall'arte del Francini, la scenografia, in massima parte italiana o d'origine italiana, ebbe gran parte nello spettacolo e nel suo successo. Il ballet de cour registrò una battuta d'arresto alla morte di Luigi XIII (1643) e all'avvento di Mazarino, riacquistando nuovo vigore dopo il 1650 grazie agli ispirati testi poetici di Benserade e all'arte di Lulli, che trionfò come ballerino nei più celebri ballet de cour di questo periodo: Ballet de la nuit (1653), Ballet de Psyché (1656), Alcidiane (1658), Ballet des ballets (1671) con cui il genere si esaurisce.