autogamìa
sf. [auto-+-gamia]. In biologia, tipo di riproduzione in cui si ha la fusione dei gameti, maschile e femminile, provenienti dallo stesso individuo ermafrodito. § Nei fiori ermafroditi, quando si ha la maturazione contemporanea degli elementi maschili e femminili e quando per motivi anatomici e fisiologici, come curvatura degli stami o allungamento del pistillo o fenomeni simili, si può avere la caduta del polline sullo stimma. Inoltre, deve mancare l'autosterilità e quindi il budello pollinico non deve essere inibito nella sua germinazione da sostanze presenti sullo stimma. L'autogamia è detta anche autoimpollinazione e autofecondazione. § Nei Protozoi Ciliofori, modalità di riorganizzazione nucleare simile alla coniugazione ma che avviene in un singolo individuo. Il macronucleo degenera e il micronucleo si divide in otto o più nuclei, due dei quali si uniscono a formare un sincarion, mentre gli altri scompaiono. Dalla divisione del sincarion derivano poi un nuovo macronucleo e un nuovo micronucleo. L'autogamia avviene periodicamente e, come la coniugazione, si alterna alla scissione binaria.