anafilassi
Indicesf. [sec. XX; da ana-+greco phýlaxis, difesa]. In medicina, accresciuta sensibilità dell'organismo alla reiniezione di una sostanza generalmente di natura proteica (antigene anafilattogeno) con cui era stato precedentemente sensibilizzato. L'anafilassi deve essere considerata un caso particolare di allergia. Essa può essere causata dal veleno di Hymenoptera, da estratti di polline, da alcuni alimenti, dal siero di cavallo e di coniglio, da enzimi e da ormoni eterologhi e da alcuni farmaci come la penicillina e la lidocaina. I pazienti più a rischio di anafilassi da farmaci sono coloro che in precedenza hanno già avuto reazioni al medesimo farmaco. La morte per anafilassi può tuttavia aver luogo anche senza questi precedenti. Per questo motivo è tassativo eseguire di routine un test cutaneo prima di somministrare il siero, oltre ad adottare misure profilattiche. L'immunoterapia (desensibilizzazione) a lungo termine è efficace e adeguata a prevenire l'anafilassi dovuta a punture d'insetti, ma è stata tentata raramente nei pazienti con una storia di anafilassi da farmaci o da siero. Nell'anafilassi sono differenziabili una fase di sensibilizzazione, quando viene somministrato per la prima volta l'agente anafilattogeno, un periodo di incubazione (15-20 giorni), durante il quale si formano nell'organismo gli anticorpi specifici, e una terza fase, corrispondente all'iniezione scatenante, nella quale la successiva iniezione della sostanza anafilattogena scatena la reazione anafilattica. Relativamente alla produzione di anticorpi sono differenziabili un'anafilassi attiva, indotta immediatamente dall'azione dell'antigene, e una passiva, che può essere trasmessa a un altro animale inoculandogli il sangue di un animale ipersensibilizzato. Le polimorfe manifestazioni anafilattiche riconoscono una comune base patogenetica nella produzione di istamina e sostanze istaminosimili che si formano nell'organismo, in seguito alla reazione anticorpo-antigene, e sono responsabili delle manifestazioni più gravi a carico dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio. Per la patologia umana è soprattutto importante la malattia da siero conseguente all'inoculazione terapeutica di sieri (antitetanico, antidifterico); è differenziabile una malattia da siero da prima iniezione, con sintomatologia prevalentemente rappresentata da esantema, edema locale o generalizzato, risolvibile in pochi giorni, e una malattia da siero da seconda iniezione, con manifestazioni gravissime (shock sieroanafilattico) di tipo respiratorio (semiapnea, apnea) e cutaneo (pallore intenso, chiazze cianotiche), sudorazione profusa, rilassamento muscolare generale. Questa sintomatologia, nella maggioranza dei casi, regredisce rapidamente e la morte è del tutto eccezionale. Il riconoscimento di eventuali stati di anafilassi è possibile con l'intradermoreazione. In caso di crisi anafilattica il paziente deve essere trattato immediatamente con adrenalina, che è un antagonista degli effetti dei mediatori chimici a livello della muscolatura liscia, dei vasi sanguigni e di altri tessuti. § In psicologia, con analogia al significato immunologico del termine, viene così indicata un'ipersensibilità emotiva ai traumi psichici.
Bibliografia
G. Melli, Allergia, malattie allergiche e allergosimili, vol. I, Milano, 1959; G. J. Lawlor, T. J. Fischer, Manuale di allergia e immunologia, Padova, 1984.