anacònda
sm. inv. [dall'inglese anaconda, che risale prob. a un termine tamilico]. Nome comune dei Rettili Squamati della famiglia dei Boidi, genere Eunectes, costituito da 3 specie, e più propriamente dell'Eunectes murinus, proprio delle foreste sudamericane, con tutta probabilità il più grande tra i serpenti viventi (può arrivare in certi casi ai 10 m di lunghezza, con un diametro corporeo veramente eccezionale); vive in prossimità dei corsi d'acqua, nel folto della vegetazione; di indole non aggressiva, al sopraggiungere dell'uomo cerca scampo nella fuga, quasi sempre a nuoto. A dispetto delle sue dimensioni l'anaconda si nutre di prede relativamente piccole, in particolare di uccelli, non disdegnando però piccoli mammiferi o rettili; solo in rari casi attacca grandi mammiferi, come capibara, cervi o giovani giaguari nonché caimani; la sua pericolosità ovviamente è legata alle dimensioni eccezionali e alla incredibile capacità costrittrice che permette all'anaconda di soffocare stringendoglisi attorno un animale anche di 100 kg.; sono stati registrati sporadici casi in cui ha ucciso anche esseri umani. Le anaconde si corteggiano e accoppiano in acqua dove possono formare aggrovigliati mucchi formati da più maschi e da una grande femmina (praticamente come fanno le nostre bisce). Ovoviviparo, l'a. partorisce da 4 a 39 piccoli per volta, la cui lunghezza può raggiungere gli 80 cm. Oltre a Eunectes murinus, di colore brunastro con grandi macchie trasversali più scure, è presente, sempre nell'America meridionale, la specie Eunectes notaeus, detto anaconda giallo, di dimensioni nettamente inferiori (2-3 m) e molto simile alla terza specie di a.: Eunectes deschauenseei.