ala
IndiceLessico
sf. (pl. ali; ant. e lett. ale) [sec. XIII; latino ala].
1) Organo di volo negli Uccelli, nei pipistrelli e in molti Insetti che per tradizione si attribuisce anche a esseri mitologici o allegorici, agli angeli e ai demoni: aprire, stendere, alzare, abbassare le ali; battere le ali, volare; tarpare le ali, tagliarle per impedire il volo; fig., impedire a qualcuno il pieno e libero uso dei propri mezzi. In senso fig. l'ala può esprimere rapidità: avere le ali ai piedi, correre veloce; in un batter d'ali, in un attimo; slancio intellettuale o sentimentale: le ali del genio; volare con le ali del desiderio; ansia d'elevazione: “Volo con l'ali de' pensieri al cielo” (Petrarca); protezione: “ricovrarsi sotto le grandi ale / del perdono d'Iddio” (Foscolo); incombenza fatale: le ali del tempo; l'ala della morte.
2) Per estensione, ciascuna delle superfici di sostentamento poste a destra e a sinistra dell'aeroplano. In genere, per analogia, qualunque cosa ricordi la forma o la funzione dell'organo di volo: l'ala del mulino, dell'elica, la pala; ala del cappello, del mantello, la falda. In particolare possiamo distinguere: A) formazione anatomica a forma di ala. B) Porzione membranacea che circonda o decorre lungo semi (come in Vesicaria), frutti (samare dell'olmo e molti acheni), piccioli (genere Citrus), fusti (per esempio Lathyrus silvestris), ecc. Vengono anche detti ali i due petali laterali della corolla di tipo papilionaceo e della corolla di Polygala. C) Nella segnaletica ferroviaria, parte mobile del semaforo. A seconda delle diverse posizioni che assume segnala la via libera o la via impedita.
3) Per estensione, di cose o persone disposte ai lati di un corpo centrale: l'ala destra di un edificio; l'ala nord del castello è crollata; passare tra due ali di folla; fare ala a qualcuno, disporsi ai lati per farlo passare. In senso più specifico: A) il fianco destro o sinistro di uno schieramento lineare terrestre o navale; ala marciante, l'estremità in movimento di un fronte che fa perno sull'ala opposta; manovra per le ali, azione tendente ad avvolgere sui fianchi l'avversario, quando non sia appoggiato lateralmente a ostacoli del terreno o fortificazioni o inserito in un più ampio schieramento. B) Ciascuno dei correnti orizzontali di un profilato metallico. C) Nella tettonica, sinonimo di fianco di una piega. D) In agricoltura, piano inclinato della marcita da dove l'acqua tracima come dagli spioventi di un tetto. E) Muro d'ala, parte in muratura che viene ad aggiungersi e a prolungare le spalle di un ponte, di un cavalcavia, ecc. È necessario particolarmente quando, mancando i muri di sponda, l'opera deve raccordarsi direttamente con gli argini o le scarpate alle estremità. Nell'edilizia militare, tratto di bastione o di muro di sostegno che prosegue lateralmente la costruzione. F) Nel tempio greco, il portico intorno alla cella, mentre nel tempio etrusco si chiamano alae i vani aperti ai lati della cella centrale. Nella casa italica e romana prendono il nome di alae due corridoi che si aprono simmetricamente sul fondo dell'atrio. Se ne trovano numerosi esempi a Pompei, spesso con varianti. Al tempo dell'impero si trasformarono in stanze. G) Ala di plancia, ciascuna delle due estremità sporgenti del ponte di comando di una nave sulle quali sono spesso installati alcuni strumenti utili per la navigazione nonché i fanali di via laterali. Ala di colomba: nome dato alla velaccina triangolare che talvolta viene bordata sopra le vele più alte nei bastimenti a vele quadre. Ala di rollio, lo stesso che aletta di rollio. Ala secante, ala immersa, ciascuna delle superfici sagomate in forma particolare che consentono a un aliscafo di navigare su pelo dell'acqua (vedi aliscafo).
4) Ala volante, tipo di aeroplano più noto come tuttala.
5) In alcuni sport di squadra (calcio, pallanuoto, rugby, hockey) si designano col nome di ali gli attaccanti che operano alle estremità (destra e sinistra) dello schieramento d'attacco. In genere l'ala conduce la sua azione lungo la linea laterale del campo per poi concluderla convergendo verso la porta avversaria o effettuando un passaggio agli altri attaccanti. Mezz'ala (destra o sinistra) è, nella squadra di calcio, il giocatore che si trova tra una delle ali e il centravanti. Ala di spola, ala tornante si dicono nel gioco del calcio le ali con compiti anche difensivi; ali di punta quelle con compiti esclusivamente offensivi.
Ala. Nibbio bruno in volo.
De Agostini Picture Library/P. Brichetti
Ali. Il volo di un pipistrello.
De Agostini Picture Library
Ala. Esemplare di Adalia bipunctata.
De Agostini Picture Library/A. Calegari
Ala. Un nibbio, caratterizzato da ali lunghe e larghe che gli consentono un volo planato.
De Agostini Picture Library/P. Brichetti
Zoologia
"Vedi disegni al lemma del 1° volume." L'ala è una struttura presente negli insetti, negli uccelli e in alcuni mammiferi (Chirottericonformazione e origine diverse in ciascuno di questi gruppi animali "Vedi disegni vol. I, pag. 289" . Le ali degli Insetti sono rappresentate da espansioni membranose percorse da nervature nelle quali sono contenute trachee respiratorie, spazi sanguigni e diramazioni nervose. Le ali sono in numero di due paia e sono inserite sul secondo e terzo segmento toracico, articolate dorsalmente tra il tergo e le pleure. La muscolatura non è inserita direttamente sulle ali, tranne che negli Odonati, ma tra il tergo e lo sternite e, contraendosi, determina l'abbassamento del tergo provocando il movimento delle ali. Queste pertanto si comportano come leve di prima specie aventi il fulcro all'altezza delle pleure e la forza all'altezza del tergo. Nei Coleotteri le ali del primo paio sono indurite con funzioni di protezione e prendono il nome di elitre. Nei Ditteri le ali del secondo paio sono ridotte e trasformate in organi di controllo del volo, detti bilancieri. Negli Uccelli l'ala è rappresentata dalla trasformazione dell'arto anteriore, che ha inizio a partire dal cinto scapolare costituito dalle scapole molto allungate, dalle clavicole saldate insieme a formare la cosiddetta forchetta o forcula e dall'osso coracoide saldato allo sterno. Quest'ultimo è provvisto di una vasta espansione laminare, assente solo negli uccelli non volatori (come per esempio gli struzzi), che prende il nome di carena che sposta in avanti l'inserzione dei muscoli pettorali, motori delle ali, e rende più evidente il loro lavoro. L'arto vero e proprio è costituito da un omero relativamente corto (che rappresenta il braccio) e da radio e ulna ben sviluppati (avambraccio), ma le maggiori modificazioni per l'adattamento al volo si riscontrano a livello delle ossa della mano. Queste sono costituite da due brevi ossa (il radiale e l'ulnare), cui seguono quelle del carpo e del metacarpo fuse insieme a formare un unico osso fatto da due porzioni parallele molto allungate. Su questo si impiantano le dita in numero di tre. Solo il secondo dito è molto sviluppato mentre gli altri sono rudimentali. Sulla mano e sull'avambraccio sono inserite penne molto robuste, dette remiganti. Il primo dito porta una serie di penne costituenti la cosiddetta alula o aletta o ala spuria. Le remiganti sono ricoperte da penne più corte disposte in più serie, dette copritrici. La forma dell'ala degli uccelli è varia e condiziona lo stile e le prestazioni di volo. Ali corte e arrotondate all'estremità, come quelle dello sparviero, sono tipiche degli uccelli silvicoli dal battito rapido e buoni manovratori; ali corte e appuntite, come quelle delle anatre, caratterizzano battitori rapidi con scarse capacità di manovra; ali lunghe e larghe, come quelle degli avvoltoi e delle aquile permettono di sostenere a lungo un volo planato a velocità ridotta; e ali lunghe e appuntite, come si trovano nei Procellariformi, consentono il volo planato ad alta velocità. L'ala dei Chirotteri, infine, è costituita da un'ampia membrana, il patagio, sottesa fra il corpo e gli arti, in particolar modo fra le dita, molto sviluppate, dell'arto anteriore. Soltanto il pollice, più breve delle altre dita, rimane libero dalla membrana. L'ala dei rettili volanti del Cretaceoimile a quella dei pipistrelli ma impegnava soltanto l'ultimo dito, lasciando liberi gli altri. Talvolta sono dette impropriamente ali anche le strutture usate per il volo planato da vari animali non propriamente volatori: nei pesci volanti sono rappresentate dalle pinne pettorali, nel drago volante (famiglia Agamidi) da un'espansione della pelle sostenuta dalle costole e in molti Roditori e Marsupiali e nei Dermotteri da un'espansione della pelle tesa fra le due zampe di ciascun lato e la base della coda.
Scienze militari
Qualsiasi esercito o flotta con un certo livello di organizzazione affrontava, specie in passato, la battaglia articolato in un centro e in due ali. In un esercito che conta essenzialmente sulla solidità e determinazione della sua fanteria pesante, e quindi cerca lo scontro frontale ponendo al centro dello schieramento le truppe migliori, le ali hanno un'importanza limitata e quindi sono composte da reparti di minor rendimento, che devono solo coprire i fianchi del centro; è questo il comportamento degli eserciti romani fino alla II guerra punica, dove le ali erano formate da unità di pedoni e da torme di cavalleria fornite dagli alleati o dai popoli sottomessi. Dopo il 90 a. C. le ali furono composte solo di cavalieri, raggruppati in unità di 1000 (miliarie) o di 500 (quingenarie), e comandate da un prefetto. In un esercito tecnicamente più sviluppato, l'azione dei diversi reparti è invece articolata in modo più vario e spesso le ali hanno una parte decisiva: è il caso della famosa battaglia di Canne (216 a. C.) in cui l'esercito cartaginese di Annibale concentrò alle ali le sue truppe migliori avviluppando l'esercito romano sui fianchi fino a soffocarlo e annientarlo; in età moderna legò il suo nome a questa manovra il re Federico I di Prussia (sec. XVIII). Napoleone raggiunse nei suoi piani di battaglia il più rigoroso coordinamento tra la manovra delle ali e gli altri schemi tattici della battaglia in modo da riuscire ad agire offensivamente con le forze riunite per conseguire la reale superiorità nel punto prescelto per lo sfondamento. Oggi il valore tattico di quest'articolazione è molto diminuito per l'estrema mobilità dei vari reparti.