Lessico

agg. [sec. XX; aero-+spaziale]. Relativo all'aeronautica e all'astronautica: stazione di addestramento aerospaziale. Per la medicina aerospaziale, vedi medicina.

Industria aerospaziale: cenni storici

Si designa con questo termine l'insieme delle attività di progetto e costruzione di tutti i veicoli aerei che operano nell'atmosfera e nello spazio extra-atmosferico: il termine è diventato di uso comune nella seconda metà del secolo scorso, quando le industrie aeronautiche hanno cominciato a estendere l'attività anche al settore spaziale. L'inizio del grande movimento di sviluppo che ha portato l'industria aeronautica a una posizione di primissimo piano nell'ambito dell'economia dei Paesi tecnologicamente avanzati, si ebbe nel corso della I guerra mondiale, quando la costruzione dell'aeroplano passò dalla fase artigianale, caratteristica del periodo delle sue origini, a una fase di produzione di massa e quindi più tipicamente industriale. Tra il 1914 e il 1918 si costruirono nel mondo circa 200.000 aeroplani e i principali Paesi produttori risultarono Gran Bretagna, Francia e Germania con 5000 aerei ognuno. In Italia nel 1918, alla vigilia dell'armistizio, operavano nel settore 22 grandi aziende e 250 aziende minori con un totale di oltre 100.000 operai e la produzione mensile aveva raggiunto una cadenza di 540 velivoli e 1200 motori. Dopo la recessione postbellica, una nuova, più impetuosa fase di sviluppo si ebbe a partire dalla seconda metà degli anni Trenta del Novecento, in connessione con l'intensificarsi dei trasporti aerei e con la politica di riarmo delle principali potenze. La II guerra mondiale impegnò poi a fondo tutte le nazioni belligeranti verso la massima produzione possibile; protagonista principale di questa fase fu l'industria americana che, adottando le tecniche della produzione in serie, mutuate dall'industria automobilistica, riuscì a stabilire un primato di produzione nel 1944 con 96.318 velivoli e 256.911 motori. Per quanto riguarda l'Italia, dal gennaio 1940 all'aprile 1943 furono complessivamente prodotti 10.545 velivoli. La fine della II guerra mondiale coincise con l'avvento dei propulsori a reazione e con un risveglio dell'aviazione civile, due fatti che hanno avuto una notevole influenza sull'evoluzione successiva. Ma il vero impulso verso la produzione missilistica e la successiva rapida trasformazione in industria aerospaziale venne con il conflitto coreano, anche se, nel pieno sforzo bellico, l'industria americana non riusciva a produrre più di 11-12.000 velivoli all'anno.

Industria aerospaziale: i prodotti

In epoca odierna, quella aerospaziale rappresenta un'industria di punta, la cui spina dorsale è costituita dal progresso tecnico: per questo essa beneficia di una fetta importante del reddito nazionale destinata alla ricerca e allo sviluppo e influenza altresì lo sviluppo tecnologico degli altri settori economici di un Paese. Lo Stato si pone come il più importante committente dell'industria aerospaziale per i programmi militari e spaziali. I prodotti di tale industria possono essere classificati in tre categorie principali: gli aeromobili (e relativi motori), i missili e i vettori spaziali, i veicoli spaziali (satelliti, sonde spaziali, ecc.). Per quanto riguarda gli aeromobili, gli equipaggiamenti elettronici rappresentano ormai la parte più elevata del valore sia dei velivoli sia dei missili, mentre proporzionalmente assai minore è il costo dei motori. Appare quindi evidente la sempre maggiore importanza dei sottosettori dell'industria aerospaziale che si occupano di equipaggiamenti e di propulsori: le stesse industrie tipicamente costruttrici di cellule hanno sviluppato, in molti casi, attività collaterali. Alla testa della produzione aerospaziale rimangono sempre con nettissimo vantaggio, nel mondo occidentale, gli Stati Uniti. In Europa, Paesi leader sono Gran Bretagna, Francia e la Germania. Sul finire del secolo scorso, l'industria aerospaziale mondiale è stata protagonista di una serie di formidabili concentrazioni, che hanno ridotto in maniera sensibile il numero degli attori di livello planetario. Negli Stati Uniti, la Boeing Co ha assorbito la McDonnell Douglas, concentrando attività militari e civili. Altro grande gruppo è la Lockheed-Martin Marietta, che estende la sua attività al settore militare e a quello civile. In Europa l'entitità di maggior peso è la EADS, che ha riunito le attività aeronautiche, spaziali e della difesa della francese Aérospatiale, della tedesca DASA e della spagnola CASA. Per ciò che concerne il comparto elicotteristico, l'industria aerospaziale ha compiuto nel 2001, con la formazione dell'Agusta Westland, uno degli ultimi passi verso un consolidamento che si pensa durare fino a tutto il 2010. In pratica i grandi attori sul mercato mondiale sono la Boeing, che ha assorbito le attività militari della McDonnell Douglas Helicopters (prima Hughes Helicopters) e partecipa al programma del convertiplano V22 Osprey, l'Agusta Westland (collegata alla Bell attraverso l'accordo Agusta-Bell), l'Eurocopter, la Sikorsky e la Bell. Rimane qualche produttore indipendente con piccole ditte di mercato, quali la Robinson, con i suoi diffusissimi modelli a pistoni R 22 e R 44, la Schweizer (licenziataria dello Hughes 300, dal quale è poi stato sviluppato lo Schweizer 333 a turbina), e infine la MDHS, che ha rilevato le attività civili della McDonnell Douglas Helicopters (MD 500, MD 600 e MD 900 Explorer). Per quanto riguarda l'Italia, l'industria aerospaziale ha subito un periodo di notevole ristrutturazione, concentrando le attività nella Finmeccanica, passata dall'IRI alla proprietà del Ministero Economia e Finanze dopo la cancellazione di questo ente. La ristrutturazione ha visto l'Agusta dedicarsi nuovamente, e con crescente successo, al suo principale prodotto, l'elicottero, attraverso il rilancio del vecchio cavallo di battaglia, l'A 109, fino a giungenre alla fusione con la Westland nel gruppo Agusta-Westland, e a un accordo con la Bell per lo sviluppo e la produzione del convertiplano civile BA 609 e dell'AB 139, sostituto dell'AB 412. L'Alenia ha invece profondamente mutato il suo assetto industriale, scorporando le attività nel campo elettronico e degli equipaggiamenti nella Alenia Marconi Systems, quelle spaziali nell'Alenia Spazio e quelle aeronautiche nell'Alenia Aerospazio. Da segnalare anche il rilancio della Piaggio & C. attraverso il suo prodotto di punta, il P 180 Avanti, che con un'immissione di capitali ha potuto risolvere i problemi (costi eccessivi, difficoltà nell'assistenza, limitazioni operative) che ne ostacolavano il successo sul mercato internazionale.

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