propulsóre
IndiceLessico
sm. [sec. XIX; dal francese propulseur, dal latino propellĕre, mandare innanzi].
1) Dispositivo, organo, che trasmette a un veicolo la spinta capace di farlo muovere (per esempio remo, vela, elica).In particolare, in marina, apparato propulsore o di propulsione, è l'apparato motore che genera la potenza necessaria per la propulsione della nave; propulsore di manovra, l'elica o la girante di pompa, disposta in una condotta, generalmente nella zona prodiera della nave, per creare un flusso di acqua perpendicolarmente al piano longitudinale di simmetria (con senso verso il lato della nave desiderato) e quindi una spinta laterale per agevolare la manovra della nave stessa.
2) In etnologia, attrezzo noto fin dal Paleolitico che consente una maggiore gittata ai giavellotti. Esistono propulsori flessibili costituiti da una correggia di cuoio o di fibre (per esempio l'amento dei Romani) e propulsori rigidi, i più usati, formati da una lunga asta terminante a uncino. L'estremo del giavellotto viene appoggiato all'uncino oppure nell'occhiello della correggia; il lanciatore regge con la medesima mano l'attrezzo e l'arma vicino all'estremo libero. In tal modo si aumenta la lunghezza della leva costituita dal braccio teso all'indietro, mentre l'attrezzo funziona come una fionda quando il braccio viene spinto energicamente in avanti. La forma dei propulsori, anche se tutti concettualmente identici, varia da popolo a popolo; ne esistono di intarsiati e decorati, di semplici e composti, in legno, bambù, osso; il propulsore è un elemento ergologico di riconoscimento della cultura di ciascun gruppo etnico.
Aeronautica
"Per gli schemi di alcuni tipi di propulsore vedi il lemma del 16° volume." Secondo la natura del fluido che, utilizzato nel sistema propulsivo, viene accelerato ed espulso per fornire la trazione (o la spinta) e secondo la sua utilizzazione o meno nel motore termico che sfrutta l'energia chimica del combustibile costituente la fonte di energia cui l'aeromobile attinge (sono praticamente trascurabili i casi in cui su aeromobili sono stati impiegati motori non termici), si possono distinguere tre tipi fondamentali di propulsore "Per le raffigurazioni schematiche di diversi tipi di propulsore vedi pg. 42 del 18° volume." : propulsore a elica (o motoelica), in cui la massa gassosa accelerata è sostanzialmente costituita solo dall'aria elaborata dall'elica e la massa dei gas di scarico dell'unità motrice non contribuisce in misura apprezzabile al fenomeno propulsivo; propulsore a razzo (o endoreattore), in cui la massa gassosa accelerata è costituita solo dai prodotti della combustione dei propellenti, che reagiscono tra loro nell'interno dell'unità motrice, e l'aria circostante non contribuisce al fenomeno propulsivo; propulsore termodinamico utilizzante anche l'aria ambiente (o esoreattore), in cui la massa gassosa accelerata è costituita dai prodotti della combustione del combustibile, contenuto nei serbatoi dell'aeromobile, con il comburente, costituito dall'aria ambiente, generalmente utilizzato in rapporti sensibilmente superiori a quelli stechiometrici. A questi tipi fondamentali di propulsore se ne aggiungono numerosi altri risultanti dal connubio di più d'uno dei tipi citati. Nel caso delle motoeliche, anche se l'unità motrice è di tipo alternativo, non sempre è lecito trascurare il contributo alla trazione fornito dai gas di scarico del motore, che, nel caso dei turboelica, assume poi ragguardevole entità. All'endoreattore possono invece accoppiarsi tecniche derivate dall'esoreattore, ottenendosi il turborazzo, mentre ai numerosi esoreattori (autoreattore, motoreattore, pulsoreattore, turboreattore) possono affiancarsi propulsori che da un lato si avvicinano alle motoeliche, quali i turboreattori a (forte) diluizione e, dall'altro, agli endoreattori, come il già citato turborazzo, oppure unità risultanti dalla fusione di due distinti esoreattori, quali i turbostatoreattori.