Yanohama o Yanoama

uno dei gruppi etnici ancora numerosi dell'America Meridionale, comprendente circa 47.000 individui stanziati in una vasta area a sud dell'alto corso dell'Orinoco fino al Rio delle Amazzoni (Venezuela-Brasile); sono suddivisi in numerose piccole tribù delle quali le più importanti sono quelle dei Samatari, Waikà, Sanema e Karimé. Gli Yanohama, venuti a contatto con i bianchi solo in tempi recenti, parlano una lingua propria che presenta alcune affinità con il chibcha; vengono considerati una delle popolazioni più arcaiche dell'America Meridionale rappresentanti il classico tipo fisico amazzonide. Raccoglitori e cacciatori seminomadi, praticano anche una sorta di orticoltura. Gli utensili sono ricavati da bambù, gusci di tartaruga, zucche, ma viene prodotta a colombino anche una rozza ceramica; è noto l'intreccio con fibre di cotone ritorto, per la fabbricazione di amache e soprattutto monili colorati, o liane per ottenere cesti, paraventi, stuoie. L'organizzazione sociale è basata sulla grande famiglia patrilineare in cui è ammessa la poliginia; più famiglie vivono in villaggi semipermanenti, formati da una successione continua di grandi tettoie paravento di canne intrecciate e stuoie, sostenute da pali e disposte inclinate a circolo chiuso intorno a uno spazio centrale in cui è posto il focolare comune. Ogni clan è diviso in due fratrie esogamiche ed è retto da un capo ereditario, che di norma è anche mago-guaritore (sablí o kailalà). Forse ancora oggi è praticato l'endocannibalismo, rituale attuato con le ceneri del defunto mescolate al cibo, che in passato ha dato loro la nomea di antropofagi per cui erano temuti dai vicini ed evitati dagli esploratori, pur essendo risultato questo popolo profondamente pacifico e ospitale. Vissuti isolati e indisturbati fino agli anni Settanta, in seguito alle ricerche minerarie e allo sfruttamento forestale, soprattutto da parte dei brasiliani, l'habitat in cui vivono gli Yanohama è stato messo in pericolo, minacciando la sopravvivenza stessa di questo popolo.