Wieland, Christoph Martin

scrittore tedesco (Oberholzheim, Biberach, 1733-Weimar 1813). Fu educato in ambiente pietista. Capo della cancelleria di Biberach, dove s'innamorò della cugina Sophie von la Roche, professore di filosofia a Erfurt, nel 1772 andò a Weimar come precettore di giovani duchi. Nel 1773 fondò Der Teutsche Merkur, la prima rivista letteraria di rilievo nella storia tedesca. Frequentò J. Bodmer a Zurigo (1752-54) ed ebbe ottimi rapporti con J. W. Goethe. Il suo pietismo, testimoniato dagli scritti Empfindungen eines Christen (1757; Sentimenti di un cristiano) e da poesie di sapore klopstockiano, non lo pose in contrasto con l'ideologia illuminista, che egli abbracciò convintamente in Geschichte des Agathon (1766, 1773, 1794; Agatone), Bildungsroman filosofico ambientato in Grecia, terra mitica della realizzata armonia tra le facoltà dell'uomo. L'eclettismo culturale e la grande fantasia di Wieland presero forma anche nei romanzi satirici Der goldene Spiegel (1772; Lo specchio d'oro) e Die Abderiten (1774; Gli abderiti), nel poemetto Musarion (1768) e negli idilli Die Grazien (1770), dove si attua appieno il sogno d'integrare sensualità, ragione e istanze morali. Col poema fiabesco in 12 canti Oberon (1780) Wieland cala la sua armonica visione del mondo nelle più pure grazie rococò e precorre la meditazione estetico-morale di Goethe e di F. Schiller. La sua spiccata vena satirica si manifesta in Göttergespräche (1789-93; Conversazione fra gli dei), dialoghi sulla Rivoluzione francese nello stile di Luciano e in imitazioni di Orazio, poeti che egli entrambi tradusse, insieme con le lettere di Cicerone. La sua traduzione di 22 drammi di Shakespeare (1762-66) fece testo presso la generazione degli Stürmer. La critica ha rilevato i vistosi rapporti di Wieland con i fabliaux medievali, con le Mille e una notte, L. Ariosto, T. Tasso, W. Shakespeare, L. Sterne e P. Metastasio.

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