Storm, Theodor
scrittore tedesco (Husum, Schleswig, 1817-Hademarschen, Holstein, 1888). Discendente di una famiglia patrizia, fu in contatto con Th. Mommsen a Kiel. Giudice a Husum, poi funzionario statale in Prussia, dove frequentò Th. Fontane, P. von Heyse, J. von Eichendorff, nel 1864 rientrò in patria e riprese l'ufficio di giudice. Fu tra i massimi rappresentanti del realismo poetico e del classicismo borghese ottocentesco. Esordì nel 1843, insieme coi due Mommsen, con una raccolta di poesie, Liederbuch dreier Freunde (Canzoniere di tre amici), cui seguirono, nel 1851, Sommergeschichten und Lieder (Storie e canti estivi), che comprendono la sua più celebre novella, Immensee (Il lago delle api), tragica storia di un amore nato nell'infanzia, stroncato dalle circostanze e soffocato dai due protagonisti nel silenzio. Una passione contrastata è pure al centro di Angelika (1855) e della singolare Späte Rosen (1859; Rose tardive), analisi di un amore coniugale irrealizzato, attraverso cui Storm ribadisce la sua profonda angoscia di solitudine e la conseguente apologia dell'indissolubilità del matrimonio al di là della morte. Storie di matrimoni sono contenute anche in Viola tricolor (1873), uno dei testi più belli, e in Pole Poppenspäler (1874; Paolo il burattinaio), dove si manifestano anche il provincialismo e il razzismo nordgermanico di Storm. Con i racconti spettrali di Am Kamin (1858; Al caminetto) e di Märchen aus der Tonne (1864; Fiabe dalla botte) Storm si era già distanziato dal lirismo e dall'eccessivo autobiografismo degli inizi per accostarsi a un più solido realismo cronachistico, di cui darà esempio nel capolavoro Aquis submersus (1876; Sommerso dalle acque) e in Der Doppelgänger (1886; Il sosia), il cui linguaggio, di violenta sensualità, anticipa quello del naturalismo. Celebre come la giovanile Immensee è l'ultima novella, Der Schimmelreiter (1888; L'uomo dal cavallo bianco): il protagonista, un figlio del popolo, dedica la vita alla costruzione di una diga contro le furie del mare, sottomettendo spietatamente i compaesani e trasformandosi così a poco a poco in una figura demoniaca. Storm fu oltre che novelliere un notevole lirico, erede delle esperienze dei romantici e anticipatore di certe scoperte del simbolismo: si ricordano Die Stadt (La città), Oktoberlied (Canto d'ottobre), Vor Tag (Prima del giorno), il ciclo Die Kinder (I bambini) e gli epigrammi Für meine Söhne (Per i miei figli). Le poesie uscirono nel 1856, 1864, 1885, in parte inframmezzate alle novelle. La grande fortuna di Storm, che è uno degli autori dell'Ottocento tedesco più letti nel mondo, cominciò dopo il 1870 e s'intensificò dopo le due guerre mondiali, specialmente presso la borghesia conservatrice. La critica ne rilevò sempre la statura artistica; una parte di essa ne deplorò però anche l'aspetto sentimentale e gratificatorio. Fontane lo annoverò tra i lirici maggiori della Germania; H. Sudermann rimproverò allo Storm narratore di essere un “poeta dell'albero di Natale”, G. Lukács ammirò in lui l'artista pur rilevandone il lato piccolo-borghese, e così Th. Mann, che ne deplorò il successo presso nazional-sciovinisti e reazionari.