Vitèrbo (città)
Indicecapoluogo della provincia omonima, 326 m s.m., 406,27 km², 66.558 ab. secondo una stima del 2013 (viterbesi), patrono: san Lorenzo (10 agosto) e santa Rosa da Viterbo (4 settembre).
Generalità
La città sorge su una soglia pianeggiante tra gli apparati vulcanici dei monti Volsini e Cimini. Principale polo urbano dell'Alto Lazio, è un importante nodo delle comunicazioni tra l'Alto Lazio, l'Umbria e la Toscana, alla convergenza tra la via Cassia e le strade che, dalla Tuscia, si addentrano nella valle del Tevere. Centro essenzialmente agricolo e commerciale, vanta preziose risorse archeologiche, storiche, naturali e termali. La prima fase documentata di espansione risale al sec. XI. Da allora ebbe inizio il processo di coordinamento dell'impianto urbanistico medievale attorno ad alcuni edifici monumentali, che si perfezionò nel periodo comunale e papale. Intorno al nucleo medievale vennero edificati, verso l'inizio del sec. XX, nuovi quartieri residenziali con struttura regolare parzialmente a scacchiera. Netta è la fisionomia medievale del centro storico, delimitato dalla cinta muraria turrita, con sette porte. La città subì gravi danni durante la seconda guerra mondiale; lo sviluppo edilizio più recente ne ha in parte modificato l'aspetto. È sede vescovile e universitaria.
Storia
Antico centro etrusco (Surrena), divenne colonia romana nel sec. IV a. C. con il nome di Vicus Elbii. Cominciò a essere chiamata Castrum Viterbi sul finire del sec. VIII. Nel 773 fu fortificata e cinta di mura dal re longobardo Desiderio; concessa poi alla Chiesa da Carlo Magno, fu a lungo contesa tra papato e impero. Libero comune verso la fine del sec. XI, divenne un importante centro ecclesiastico quando i papi, con Eugenio III, la elessero a loro rifugio (1145-46). Nel 1192 divenne sede vescovile e principale centro della Tuscia romana. Dilaniata dalle lotte tra i Gatti, i Tignosi e i Di Vico, nel 1240 venne sottomessa da Federico II, ma se ne liberò con un'insurrezione vittoriosa e passò definitivamente alla parte guelfa, divenendo residenza dei pontefici e sede di conclavi. Scomunicata e abbandonata dai papi in seguito ai tumulti popolari seguiti all'elezione a papa del francese Martino IV (1281), nel 1354 fu conquistata dal cardinale Albornoz ma si ribellò di lì a poco. Nel 1435 il cardinale Vitelleschi, fatto decapitare l'ultimo rappresentante della famiglia Di Vico, riuscì a ristabilirvi l'autorità della Chiesa. Il 12 settembre 1870, con l'ingresso delle truppe italiane, vene annessa al Regno d'Italia.
Arte
La città, che conserva resti di opere pubbliche romane (terme, ponti, acquedotti), ha mantenuto l'aspetto medievale soprattutto in taluni quartieri, come quello di via San Pellegrino, rimasto pressoché intatto; notevole la cinta muraria risalente al sec. XIII. La cattedrale fu costruita nella seconda metà del sec. XII, secondo lo schema basilicale a tre navate divise da colonne (rilevanti i capitelli scolpiti) e concluse da un'ampia abside. Alle pareti sono resti di affreschi medievali e nel pavimento frammenti di mosaico. La facciata, rinascimentale, risale al 1570 e il campanile (seconda metà del Trecento), a fasce bicrome, reca quattro piani di bifore gotiche. Al sec. XII risale anche la chiesa di Santa Maria della Verità, ampliata nei sec. XIV-XV; nella cappella Mazzatosta, affreschi di Lorenzo da Viterbo (1469). Nel vicino ex convento ha sede il Museo Civico, con materiale archeologico, pinacoteca (Pietà di Sebastiano del Piombo) e terrecotte robbiane. Assai notevole il Palazzo dei Papi (1255-67), con una splendida loggia ornata da eleganti arcate. Duecenteschi sono anche la chiesa di San Francesco (in seguito rimaneggiata e restaurata nel 1953), che conserva importanti monumenti, tra cui quello di Adriano V (attribuito ad Arnolfo di Cambio), e la caratteristica Fontana Grande.
Economia
Centro un tempo prevalentemente agricolo (cereali, olivi, viti), ha lentamente assunto, anche grazie alla vicinanza con Roma, l'attuale ruolo di città commerciale, turistica e culturale. È attivo un fiorente artigianato (mobile, cuoio, ceramica, vetro, ferro battuto, vimini) e nel centro storico sono frequenti le botteghe di orafi, restauratori e antiquari. L'industria è legata al comparto alimentare (pasta, olio, latte e formaggi, distillerie); è inoltre presente l'industria del legno, dei materiali da costruzione, della carta, della ceramica artistica e delle porcellane. Viterbo è, inoltre, città termale, con efficienti strutture tra cui le celebri Terme dei Papi.
Curiosità e dintorni
La sera del 3 settembre viene trasportata a braccia per i vicoli della città la Macchina di santa Rosa, una macchina processionale, la cui forma ricorda quella di un campanile, illuminata da centinaia di lampadine, pesante alcune tonnellate e alta ca. 30 m. Nei dintorni è lo splendido santuario di Santa Maria della Quercia, una delle più armoniche ed eleganti creazioni rinascimentali del Lazio (1470-ca. 1525); la facciata è ornata di terrecotte di A. Della Robbia; nell'interno, di tipo fiorentino, soffitto realizzato su disegno di A. Da Sangallo il Giovane. Nella frazione di San Martino al Cimino sorge una tra le più belle abbazie cistercensi d'Italia.