Valsòlda (Como)
Indicecomune in provincia di Como (53 km), 275 m s.m., 31,68 km², 1730 ab. (valsoldesi), patrono: san Rocco (16 agosto).
Centro esteso sulla sponda settentrionale del ramo di Porlezza del lago di Lugano, comprendendo anche un breve tratto della sponda opposta, dove è il lido di Santa Margherita; sede comunale è San Mamete. Possesso degli arcivescovi di Milano fin dal sec. IX, fu coinvolto nella guerra decennale tra Como e Milano (sec. XII). Sottratto al dominio degli arcivescovi da Federico II e sottoposto alla giurisdizione di Como (1240), nel 1246 si dette statuti propri, riformati e riconfermati nel 1338 da Gian Galeazzo Visconti, governatore per conto degli arcivescovi. Caduto sotto Gian Giacomo Medici di Marignano, il territorio tornò presto agli arcivescovi milanesi, ai quali rimase fino al 1782.§ A San Mamete la parrocchiale dei Santi Mamete e Agapito è preceduta dal campanile a cuspide dell'originaria costruzione romanica (sec. XII) e conserva una bella tavola trecentesca. Presso la chiesa è l'antico pretorio (occupato dalla ex Casa prepositurale), sede del consiglio della valle, di cui restano la sala del tribunale, la prigione e l'archivio. A Loggio è la parrocchiale di San Bartolomeo, ricca di dipinti di G. B. Pozzi (sec. XVI) e decorazioni a stucco di R. Visetto (sec. XVII). All'architetto Pellegrino Tibaldi è attribuito il disegno della cupola ottagonale della parrocchiale dell'Assunta, a Puria. A Dasio l'oratorio di San Bernardino ha sulla facciata due sculture del sec. XIV e, all'interno, un affresco cinquecentesco di scuola lombarda, con influssi tedeschi.§ Le risorse economiche, tipicamente montane, sono legate alle pratiche agricole, alle attività di sfruttamento dei boschi e all'allevamento. Discretamente sviluppato è anche il turismo.§ Nei dintorni è il borgo fortificato Castello, un tempo circondato da mura, di cui restano tracce delle porte d'accesso. Tra gli stretti vicoli che prendono le mosse dalla rocca, sorge il palazzetto, in stile barocco, detto “dello zio Maironi”, citato da Antonio Fogazzaro in Piccolo mondo antico.