Urali
(Ural). Catena montuosa della Russia, che si allunga per oltre 2000 km con direzione N-S dalla tundra artica alla steppa caspica; tradizionalmente è considerata il confine geografico tra l'Europa orientale e l'Asia siberiana. Di modesta altezza (culmina a 1894 m nel monte Narodnaja, ma la sua parte mediana si mantiene sui 600 m), forma purtuttavia uno spiccato contrasto con le deboli ondulazioni del penepiano russo e con la distesa uniformemente piatta della Siberiaoccidentale e viene considerata quale limite divisorio tra l'Europa e l'Asia. Gli Urali, in gran parte costituiti da rocce paleozoiche e, in misura minore, da rocce precambriane, si formarono durante l'orogenesi ercinica. La catena è stata poi smantellata e spianata dall'erosione senza che nessun nuovo corrugamento intervenisse a ringiovanire il rilievo: solo verso la fine dell'era cenozoica il sistema ha subito un leggero sollevamento. Malgrado la modesta altitudine, gli Urali ricevono abbondanti precipitazioni, alle quali si deve il grande sviluppo del manto forestale; nella sezione settentrionale della catena, la foresta vergine dei Komi è stata inclusa dall'UNESCO, nel 1995, tra i siti patrimonio mondiale dell'umanità. Gli Urali formano lo spartiacque tra i fiumi Ob, Pečora e Volga, Ural e il Mar Caspio. Si distinguono, da N a S, cinque sezioni: gli Urali Polari (in russo, Poljarny Ural), dalle rive del Mar di Kara fino al passo di Hojta; gli Urali Subpolari (Pripoljarny Ural), dal passo di Hojta al fiume Ščugor (64º latitudine N); gli Urali Settentrionali (Severny Ural), dal fiume Ščugor fino al monte Osljanka (59º 08´ latitudine N); gli Urali Centrali (Sredni Ural), dal monte Osljanka fino all'alto corso del fiume Ufa (55º 55´ latitudine N); gli Urali Meridionali (Južny Ural), dall'alto corso del fiume Ufa fino al medio corso del fiume Ural, e culminanti a 1640 m s.m. nel monte Jamantau. L'eccezionale varietà e valore delle risorse del sottosuolo portate allo scoperto dall'erosione assicurano agli Urali un vero primato come distretto minerario (tra i più importanti del mondo); dai versanti occidentale e orientale si estraggono carbone (bacino della Pečora; Kizel), lignite (Čeljabinsk), ferro (Nižni Tagil, Magnitogorsk, Orsk), petrolio (Timan-Pečora, Seconda Baku), gas naturale, sali potassici (Solikamsk), rame (Orenburg), nichel (Halilovo), oro (Miass), cromo, bauxite, diamanti, platino, piombo ecc. Lo sfruttamento minerario ha influito in modo decisivo sull'insediamento umano: i centri abitati, tutti a carattere industriale, sono numerosi e popolosi, soprattutto ai piedi del versante orientale degli Urali Centrali e Meridionali, dove si trovano Jekaterinburg, il centro maggiore, che si è autoproclamatao “capitale degli Urali”, Čeljabinsk, Magnitogorsk, Nižni Tagil e Serov. Lo stesso sfruttamento minerario d'altra parte, al pari dell'altissima densità industriale e della presenza di impianti particolarmente pericolosi (chimici e nucleari, soprattutto), ha trasformato la regione mediana della catena in una delle aree a maggior rischio ambientale del Paese e del pianeta.