penepiano
(anche peneplano), sm. [sec. XX; dal latino paene, quasi+planus, piano1]. Superficie quasi pianeggiante, derivante dal progressivo modellamento di una vasta area terrestre operato dagli agenti morfogenetici esogeni (distruttori e costruttori), che rappresenta lo stadio finale di un ciclo morfogenetico. Le modeste ondulazioni o rilievi (monadnocks) ancora presenti in essi corrispondono a lembi residuali delle porzioni originariamente più elevate (monadnocks di posizione), oppure alle parti rocciose più resistenti all'azione demolitrice degli agenti distruttori (monadnocks di resistenza). I penepiani si possono formare solo se, nel lunghissimo intervallo di tempo necessario per la loro realizzazione, non è sopravvenuta alcuna interferenza da parte degli agenti endogeni (orogenesi, epirogenesi, vulcanesimo, ecc.), tale da provocare interruzioni del ciclo, innescando fenomeni di ringiovanimento o invecchiamento precoce dei processi di modellamento. Gli esempi di penepiani attualmente esistenti sulla superficie terrestre sono estremamente rari. Ciò dipende sia dalle particolari ed eccezionali condizioni che ne permettono la realizzazione, sia dal fatto che la maggior parte di quelli formatisi nel corso della storia geologica della Terra sono stati successivamente sottoposti a fenomeni di ringiovanimento o ricoperti da nuovi sedimenti.