tùndra
sf. [sec. XIX; voce di origine lappone, tramite il francese toundra]. Formazione vegetale tipica delle zone subpolari e caratterizzata dall'assenza di vegetazione arborea. Il suolo della tundra è gelato e ghiacciato: nel breve periodo dell'estate polare presenta un disgelo solamente per tenuissimi spessori (pochi decimetri). Non avendo il terreno un'aerazione sufficiente, è spesso acido e torboso a causa delle sostanze organiche che non riescono a ossidarsi completamente: ne consegue che lo sviluppo di molte piante (specie Fanerogame) è compromesso; vengono invece favoriti Muschi, Licheni, sfagni (Crittogame). Salici, betulle, eriche compaiono nella zona limite fra la taiga e la tundra vera e propria: inoltrandosi in essa gli alberi si fanno via via più piccoli e radi e finiscono per scomparire per la violenza dei venti, per le basse temperature e per il brevissimo periodo di vita vegetativa. Nonostante le non certo favorevoli condizioni climatiche nelle zone a tundra non mancano esemplari di vari gruppi di animali. In maggioranza si tratta di specie migratorie, capaci di spostamenti rapidi, quando il cibo incomincia a mancare. Molti animali della tundra presentano lo stesso colore dell'ambiente: sono cioè omocromi e si trovano quindi in condizioni vantaggiose nelle loro lotte per la sopravvivenza. Altri invece (soprattutto i Mammiferi) riescono ad accumulare durante l'estate riserve di sostanze da consumare poi nella stagione invernale. Nella tundra vivono quindi renne, lepri delle nevi, volpi artiche, ermellini, lemming. Questi ultimi, piccoli roditori, oltre a essere vittime della volpe bianca, sono cacciati anche dai lupi e dai ghiottoni provenienti da regioni confinanti. Le coste di queste fredde zone sono frequentate da pochi uccelli che migrano ai primi freddi. Durante il periodo estivo si trovano nella tundra variesemplari di zanzare e mosche oltre a qualche aracnide e mollusco: rare le lucertole vivipare e il marasso.