Scialòja, Tòti
pittore, poeta, scenografo e critico d'arte italiano (Roma 1914-1998). Interrotti gli studi di giurisprudenza, ha cominciato a dipingere intorno al 1937. Formatosi nel clima artistico della Scuola romana e del movimento di Corrente, nel dopoguerra ha fatto parte del gruppo astratto-concreto di Forma 1. La sua ricerca pittorica si è rivolta successivamente alla poetica dell'informale, affrontando la problematica spaziale attraverso l'“impronta” (Murale primo nero, 1961); a una più rigorosa disciplina geometrica rispondono invece le pitture successive (Azzurro che si ripete, 1970), per passare alla piena libertà di colore e di segno (serie di gouaches, 1983). Scenografo sin dagli anni Quaranta del secolo scorso, Scialoja ha insegnato scenotecnica a Roma dal 1953 al 1959. Ha diretto l'Accademia di belle arti di Roma. Fu altresì attivo nel campo del balletto (Ballata senza musica, 1950, in collaborazione con A. M. Milloss), nella critica e nella poetica: si ricordano i poemetti I segni della corda (1952) e le raccolte di filastrocche Amato topino caro (1971), Una vespa! Che spavento (1974), La stanza la stizza l'astuzia (1976), Scarse serpi (1983), La mela di Amleto (1983). Del 1994 è la raccolta di poesie Rapide e lente amnesie. Nel 1997 alcune sue poesie sono state raccolte in volumi dal titolo Le costellazioni e Quando la talpa vuol ballare il tango.