Salvèmini, Gaetano
IndiceBiografia
Storico e uomo politico italiano (Molfetta 1873-Sorrento 1957). Allievo di P. Villari all'Istituto di studi superiori di Firenze, professore nelle scuole secondarie dal 1895, poi di storia moderna nelle università di Messina (1902-10), Pisa (1910-16), Firenze (1916-25), Harvard (1934-49) e di nuovo Firenze (1950-54), aveva iniziato l'attività politica nel 1893 nel Partito Socialista Italiano; collaboratore della Giustizia dal 1896, della Critica Sociale dal 1897 e poi dell'Avanti!, organizzatore con G. Kirner della Federazione insegnanti medi (1902), protagonista di una celebre campagna contro Giolitti cui dedicò il volume Il ministro della malavita (1910), uscì dal PSI nel 1911 e fondò il settimanale l'Unità; nel 1915, rappresentante della sinistra interventista, fu volontario; nel 1919 fu eletto deputato nelle liste dei combattenti da cui si staccò al prevalere delle tendenze nazionaliste e fasciste e si batté insieme a Bissolati e altri contro l'annessione dell'Alto Adige e della Dalmazia sostenendo la politica di C. Sforza per l'avvicinamento alla Iugoslavia. Arrestato nel 1925 per l'attività antifascista condotta col gruppo del “Non mollare”, espatriò e nel 1926 venne privato della cittadinanza; condusse un'intensa attività antifascista in Francia e Inghilterra; stabilitosi (1934) negli Stati Uniti ne prese la cittadinanza (1940); lo stesso anno fu tra i fondatori della Mazzini Society. Tornò in patria nel 1947.
Opere
Formatosi sia politicamente sia come storico alla scuola della filosofia positivistica, accostatosi poi al marxismo e al materialismo storico, ne applicò i canoni nelle sue prime opere, La dignità cavalleresca nel Comune di Firenze (1896, che era stata la sua tesi di laurea) e Magnati e popolani in Firenze dal 1280 al 1295 (1896), una delle sue opere maggiori. Durante la crisi di fine secolo (1898-99) Salvemini fu tra i rappresentanti socialisti che esigevano dal partito una posizione decisamente antimonarchica e antiborghese (anche con acutissime prese di posizione sulla questione meridionale); contemporaneamente lo studio dell'opera di C. Cattaneo ebbe decisiva influenza sia sulle sue concezioni politiche sia sui suoi interessi di storico: l'idea del federalismo e comunque dell'autonomia territoriale come contrapposizione al centralismo burocratico (in specie quello monarchico) anche e soprattutto in vista del risanamento del Mezzogiorno; l'intreccio dei rapporti tra reazionari e democratici nel Risorgimento come origine e anticipazione, se non come chiave d'interpretazione, della crisi e delle lotte di classe di fine secolo; sono infatti del 1899 le due opere Le origini della reazione e I partiti politici milanesi del secolo XIX, e poi del 1905 due delle sue opere più note, La Rivoluzione francese e il Pensiero religioso e politico-sociale di G. Mazzini. Successivamente (1910-11), anche sotto l'influenza del pensiero di G. Mosca, la sua attività fu contraddistinta da uno spiccato richiamo alle funzioni e ai compiti dei ceti intellettuali: una sorta di illuminismo radicaleggiante che attraverso l'Unità suscitò un vivacissimo e fecondissimo dibattito; seguì un periodo dedicato soprattutto a studi di storia della politica estera italiana, concluso dal volumetto L'Italia politica del XIX secolo (1925). La sua opera successiva fu quasi interamente dedicata alla questione del fascismo: The Fascist Dictatorship (1928) ripreso nelle lezioni di Harvard (1943), Mussolini diplomate (in francese 1932, ed. it. Mussolini diplomatico, 1952), Under the Axe of Fascism (1936). Preparava intanto anche la sua ultima grande opera storica, Prelude to World War II (1953), mentre l'ultimo lavoro cui attese fu la raccolta dei suoi Scritti sulla questione meridionale 1896-1955 (1955).
Bibliografia
E. Tagliacozzo, Salvemini nel cinquantennio liberale, Firenze, 1959; M. L. Salvadori, Salvemini, Torino, 1963; Autori Vari, Salvemini nella cultura e nella politica italiana, Roma, 1968; G. de Caro, Salvemini, Torino, 1970; G. Galasso, Da Mazzini a Salvemini, Firenze, 1974; E. Artifoni, Salvemini e il Medioevo, Napoli, 1990.