Saljut
stazione orbitale sovietica utilizzata per differenti osservazioni e sperimentazioni scientifiche dal 1971 al 1986, sostituita nello stesso anno dalla più avanzata Mir. Le Saljut sono state realizzate e lanciate in 7 versioni successive. Dalla Saljut 1 alla Saljut 5, la stazione era lunga 16 m con un diametro massimo di circa 4 m, aveva un peso totale di 19 t ed era munita di un solo dispositivo di aggancio per le navicelle Sojuz, che trasportavano in orbita l'equipaggio di 2-3 cosmonauti e lo riportavano a Terra al termine della missione. Le Saljut 6 e 7, invece, erano dotate di due dispositivi di aggancio per le Sojuz e per i veicoli da trasporto automatici Progress; il complesso Saljut-Sojuz, quindi, raggiungeva i 23 m di lunghezza e pesava 25 t potendo ospitare fino a 7 cosmonauti contemporaneamente. Nelle Saljut sono stati messi a punto un “microclima” di bordo e una tecnica di attività nello spazio, a gravità zero, tali da non danneggiare l'organismo; le prime missioni a bordo duravano alcune settimane; si allungarono progressivamente, tanto che il 7 dicembre 1982 A. Beregovoj e V. Lebedev rientrarono dopo 208 giorni di permanenza sulla Saljut 7. In precedenza, nel 1979, V. Rjumin era rimasto a bordo della Saljut 6 per 175 giorni, era rientrato a Terra restandovi ca. un mese, poi era ritornato sulla Saljut per altri 185 giorni. Alle Saljut venne attribuita la definizione di “stazioni orbitali permanenti” dopo che la Saljut 6, messa in orbita nel 1977, rimase attiva per quasi 5 anni. Le Saljut venivano messe in orbita senza equipaggio; questo le raggiungeva con una Sojuz, che rimaneva poi attraccata alla Saljut. Il programma Saljut si è concluso simbolicamente nel 1986: il 25 giugno di quell'anno, la navicella Sojuz T 15 abbandonò la Saljut 7 per agganciarsi, due giorni dopo, alla nuova stazione Mir, che era stata lanciata in orbita il 20 febbraio 1986. Sulle ultime due Saljut hanno operato cosmonauti di nazionalità non sovietica; sulla Saljut 7 la seconda cosmonauta della storia, Svjetlana Savitskaja. In 15 anni di lavoro sulle Saljut, sono state compiute sistematiche osservazioni del Sole; rilievi sui raggi cosmici, impossibili a terra per la presenza dell'atmosfera; studi sullo sviluppo di microrganismi e vegetali inferiori a gravità zero; rilievi sulla germinazione e lo sviluppo delle piante, nonché su alcuni tipi di insetti e di animali superiori da esperimento. Di interesse particolare sono state le esperienze effettuate sulla cristallizzazione: sono stati ottenuti monocristalli molto grandi e perfetti nella loro geometria, in quanto la loro formazione non era influenzata dalla gravità. Sono state inoltre ottenute in un piccolo forno elettrico leghe metalliche tra metalli di peso specifico assai differente (irrealizzabili in condizioni di gravità terrestre), nonché leghe acciaiose nelle quali la regolarità della cristallizzazione ottenuta a gravità zero conferisce caratteristiche meccaniche di resistenza varie decine di volte superiori a quelle delle stesse leghe realizzate a Terra .