Rambert Dance Company
le origini di quella che viene considerata dagli storici britannici del balletto la più antica compagnia professionale di danza della Gran Bretagna, vanno ricercate nelle prime stagioni – inizialmente sporadiche serate – allestite da Marie Rambert con un primo nucleo di interpreti (in gran parte allievi della sua scuola) e di brillanti giovani coreografi, a partire dal 1926. In quell'anno presentò al Lyric Theatre di Hammersmith, nel corso della rivista Riverside Nights, il balletto A Tragedy of Fashion di Frederick Ashton, suo allievo e futuro protagonista della rinascita del balletto inglese. Con il nome Marie Rambert Dancers il gruppo si esibì nuovamente al Lyric Theatre nel febbraio del 1930. Nell'autunno di quello stesso anno – ribattezzato Ballet Club – prese a esibirsi con regolarità nel piccolissimo Mercury Theatre, sede anche della scuola. Oltre a sporadiche apparizioni di stelle come la Karsavina o L. Woicikowski, la compagnia poté contare, per un quadriennio, sul talento di Alicia Markova come prima ballerina. Intanto la scuola offriva alla compagnia una prima generazione di eccellenti ballerini e due futuri capiscuola del balletto contemporaneo britannico, Ashton e Antony Tudor. Autentici capolavori quali Façade (1931) di Ashton, Jardin aux lilas (1936) e Dark Elegies (1937) di Tudor, segnarono l'affermazione della compagnia. A partire dal 1935 il gruppo aveva assunto il nome di Ballet Rambert. Salvo una breve interruzione durante la guerra, la compagnia andava via via consolidando una propria spiccata fisionomia di complesso ballettistico audacemente sperimentale, accostando a nuove importanti creazioni della nuova generazione di autori del dopoguerra – N. Morrice, J. Cranko, K. MacMillan – alcuni classici in formato “da camera”. Il crescente successo di critica e di pubblico – che portò i ballerini del Ballet Rambert in tournée in tutto il mondo – non si traduceva però in sicurezza di mezzi finanziari e nel 1966, con un drastico ridimensionamento dell'organico, la compagnia decise l'abbandono dei classici e si lanciò alla conquista del linguaggio e del repertorio della modern dance di derivazione americana. Ancora nuove personalità di autori furono valorizzate dalla Rambert, a partire da N. Morrice, dal 1966 direttore artistico associato, passando per Christopher Bruce fino a Glen Tetley, che ha avuto nel corso degli anni Settanta larga influenza sulla compagnia. Dopo la scomparsa della Rambert, si è fatta sentire invece, attraverso Richard Alston (direttore artistico dal 1986) l'influenza del pensiero di M. Cunningham, di cui la compagnia ha avuto in repertorio più di una coreografia. Dopo aver mutato il nome in Rambert Dance Theatre, nel 1988 la compagnia ha infine assunto la sua denominazione attuale.