modern dance
loc. inglese (propr. danza moderna) utilizzata per definire un insieme disparato ed eterogeneo di stili della danza teatrale del Novecento, di origine non accademica. Secondo alcune correnti della storiografia (G. Tani) può essere considerata come l'equivalente dell'italiano “danza libera”, ma l'uso in questo senso, benché corretto, può risultare insufficiente a descrivere il fenomeno della modern dance nel suo complesso (in particolare per quelle tecniche che si rifanno al jazz o alla tradizione afro-cubana). Più propriamente l'espressione dovrebbe riferirsi a quelle correnti stilistiche originatesi negli Stati Uniti a cavallo fra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, fiorite successivamente intorno agli anni Venti e fin oltre gli anni Cinquanta, tuttora presenti e attive nel panorama coreografico statunitense. Martha Graham, considerata fra i massimi esponenti della modern dance statunitense, ha ben presto preferito come definizione per il suo lavoro il termine contemporary dance e così esso si trova di frequente definito in ambito storiografico anglosassone. Nel corso degli anni le vicende della modern dance americana si sono intrecciate a quelle del balletto, della performance, del musical (modern stage dancing), della jazz-dance, diluendo distinzioni fra l'uno e l'altro genere. Diffusesi dagli Stati Uniti un po' in tutto il mondo le tecniche e le poetiche della modern dance si sono poi ulteriormente intrecciate (per esempio in Giappone) o ricombinate (in Europa) con le locali correnti del modernismo e, spesso, del balletto cosicché è oggi sempre più difficile, nonché spesso inutile, operare distinzioni nel tessuto dell'attualità e il termine viene sempre più spesso limitato al suo significato in ambito storico.