Graham, Martha
danzatrice, coreografa, maestra di danza statunitense (Allegheny 1894-New York 1991). Allieva di Ruth St. Denis e Ted Shawn presso l'Istituto Denishawn di Los Angeles, divenne presto elemento di punta dell'omonima compagnia (1918-23), cominciando a cimentarsi nella composizione, influenzata dallo stile esotico ed esornativo della St. Denis. Abbandonata la compagnia, dopo alcuni ingaggi nel teatro di varietà e come insegnante, debuttò con un suo spettacolo a New York nel 1926 e già nel 1927 fondò la sua scuola, destinata a diventare il centro del suo lavoro e il laboratorio del suo stile inconfondibile. Influenzata in parte dal radicalismo dell'esperienza duncaniana, in parte dall'espressionismo centroeuropeo, parallelamente a una sua tecnica originale di addestramento del corpo, la Graham sviluppò una sua estetica angolare e pulsante, all'interno della quale le “conquiste” tecniche si integravano man mano alle acquisizioni espressive. Le sue danze nascevano dalla ricerca dei moti segreti e delle pulsioni inconsce dell'animo (Heretic, 1929; Lamentation, 1930) e mentre da un lato esplorava il linguaggio specifico del corpo secondo modalità nuove per l'arte coreografica, nel contempo la Graham componeva un multiforme ritratto dell'animo femminile, attraverso molteplici prospettive; al centro della sua indagine campeggiava lo spirito della donna americana come in Frontier (1935) o, attraverso partiture astratte legate alla tradizione amerinda (Primitive Mysteries, 1931). Nel giro di un decennio la Graham si affermò come una delle personalità più rappresentative dell'arte americana e, più in generale, dell'arte del Novecento. Gli anni Trenta e Quaranta del XX sec. videro la nascita di alcune delle sue creazioni rimaste celebri: lo spiritoso Every Soul Is a Circus (1939), Letter to the World (1940) ispirata alla vita e all'opera della poetessa Emily Dickinson, Deathsand Entrances (1943) sulle sorelle Brontë, Appalachian Spring (1944), efficacissimo affresco della vita dei pionieri con al centro ancora una volta un'eroina (la Sposa), personificazione della donna americana. Nel frattempo cresceva l'interesse della Graham per il mito: Cave of the Heart (1946), sulla tragedia di Medea, Night Journey (1947) dedicata al mito di Edipo, Errand into the Maze (1947), rielaborazione in chiave psicanalitica della leggenda del Minotauro. Sempre legate al mito le creazioni che la Graham portò in scena negli anni Cinquanta e Sessanta del XX sec.; Judith (1950), Clytemnestra (1958), Alcestis (1960), Phaedra (1962), Legend of Judith (1962), Circe (1963), così pure opere dedicate a eroine della storia come Giovanna d'Arco (Seraphic Dialogue, 1955) e Maria Stuarda (Episodes, 1959). Intorno al 1970, in coincidenza con l'inesorabile esaurirsi delle sue possibilità di interprete, la Graham attraversò una gravissima crisi depressiva e di salute che per qualche anno incise largamente sulle sue risorse creative e sulla stabilità della compagnia. Abbandonate le scene (1973) e ripreso il pieno controllo della scuola e della compagnia, la Graham vide tornare a fiorire in tutto il mondo l'interesse per la sua opera e per la sua tecnica, divenuta importante punto di riferimento per la formazione di danzatori e danzatrici. Tenace custode della purezza del proprio metodo, la Graham ammorbidì le sue originarie posizioni critiche nei confronti della tecnica accademica, arrivando a sostenerne utilità e accogliendo in speciali occasioni nella propria compagnia “stelle” del balletto come Rudolf Nureev (per il quale creò nel 1975 Lucifer), Maja M. Pliseskaja o Michail N. Barijšnikov. Anche la sua creatività riprese a esprimersi con The Scarlet Letter (1975), The Owl and the Pussycat (1978), Acts of Light (1981), sorta di celebrazione della “classe” quotidiana di allenamento dei ballerini secondo il suo metodo, Andromache's Lament (1982) e Phaedra's Dream (1983). Nel corso di tutta la sua carriera la Graham ha dato particolare risalto alla collaborazione con artisti visivi e musicisti di prim'ordine. Di qui la lunga collaborazione con lo scultore di origine giapponese Isamu Noguchi e, su consiglio di Louis Horst, suo direttore musicale, le partiture espressamente commissionate a compositori come Samuel Barber, Giancarlo Menotti, Aaron Copland, Halim El-Dabh, Norman Dello Jojo. Nel 1992 è uscita postuma la sua autobiografia, con il titolo Memoria di sangue.