Róssi, Gino

pittore italiano (Venezia 1884-Treviso 1947). Per la sua formazione artistica fu fecondo il soggiorno compiuto con l'amico A. Martini nel 1907 a Parigi, dove Rossi fu attratto dai fauves, da Van Gogh e soprattutto da Gauguin, sulle orme del quale volle anche recarsi in Bretagna. Rientrato in Italia, partecipò alle mostre di Ca' Pesaro, presentandovi nel 1910 La fanciulla del fiore, che segnò la sua affermazione. Nel 1912 si recò nuovamente a Parigi, esponendo insieme ad A. Martini al Salon d'Automne. Dal 1912 al 1915 si stabilì in una località della campagna trevigiana (Ciano di Crocetta Trevigiana); sono di questo periodo alcune “descrizioni” asolane, di un intenso lirismo cromatico e lineare, dove si coglie il ricordo del sintetismo di Gauguin. Partecipò alla I guerra mondiale, subendo un lungo periodo di prigionia che ebbe ripercussioni disastrose sul suo equilibrio psichico, tanto che nel 1926 fu ricoverato in manicomio, dove morì nel 1947. Il periodo più importante della sua opera si colloca nei pochi anni del primo dopoguerra, quando rivolse la ricerca a una progressiva sintesi di forme e spazi secondo una straordinaria interpretazione personale del cubismo assunto nella versione purista impostata da Ozenfant (Testa di donna, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna; Natura morta con violino, 1922, Milano, collezione privata).

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