Posidóne o Poseidóne
IndiceMitologia
(greco Poseidõn). Dio della religione greca di fondamentale importanza cosmologica: il suo campo d'azione, il mare, è uno dei tre regni che formavano il cosmo greco, gli altri due essendo il regno di Zeus (il cielo e la superficie della terra dominata dal cielo, ossia dall'aria che respiriamo) e quello di Ade (gli Inferi, o il sottoterra). Come tale è fratello di Zeus e di Ade ed è figlio di Crono e di Rea. La regina, sua sposa, è Anfitrite, una nereide. Personificazione dell'elemento acqueo (comprese le acque dolci), Posidone è in opposizione sia formale sia dialettica con l'elemento terra: per esempio, la mobilità del mare era contrapposta alla stabilità della terra; e quando questa stabilità veniva messa in crisi dai terremoti, se ne attribuiva la causa a Posidone, detto Ennosígaios, lo “scuoti-terra”, armato di tridente, un suo attributo che ne significava la violenza. Ma la sua relazione con la terra poteva essere anche vista nei termini di una contrapposizione tra maschio e femmina: in tal senso era chiamato Gaiḗochos, “colui che possiede la terra”; e in tal senso si spiega forse anche il suo nome, formato, come pare, da pósis (marito) e da (terra nel teonimo Demeter, Terra Madre); con DemetraPosidone era in effetti in rapporto mitico: egli violenta, in forma di stallone, la dea che aveva preso forma di giumenta. Altra contrapposizione è quella tra il mare, elemento naturale, e la terra, sede della vita umana, e perciò della cultura. Tutto ciò è bene espresso dal mito in cui si narra la contesa di Posidone con la dea Atena (personificazione della vita “politica”, o della cultura) per il patronato sulla città di Atene; la spunta Atena. Allo stesso modo Posidone contende il patronato su altre città: su Corinto a Elio (il Sole), su Egina a Zeus, su Nasso a Dioniso, su Delfi ad Apollo, su Argo a Era. Tuttavia Posidone, se non potrà possedere una città greca, avrà l'incontrastato dominio sulla mitica isola di Atlantide, il diverso o la non-Grecia dal punto di vista culturale.
Iconografia
Nell'iconografia greca Posidone è raffigurato barbuto, con lunghi capelli, a volte nudo e a volte con un mantello; come attributi ha di solito il tridente e un pesce, tonno o delfino. Le raffigurazioni più antiche del dio sono offerte dal gruppo di tavolette fittili dipinte rinvenute a Penteskoúphia, presso la vetta dell'Acrocorinto, databili ai sec. VII-VI a. C. (ora agli Staatliche Museen di Berlino e al Louvre). In età arcaica il dio appare sia in quiete, stante o seduto in trono con Anfitrite e gli altri dei olimpici, sia in movimento mentre combatte nelle gigantomachie o avanza con il tridente alzato. Così il dio è figurato nelle monete di Posidonia e in famose statue di bronzo quali il Posidone di Ugento (Lecce, ora al Museo Nazionale di Taranto) o quello di Livadostro (Atene, Museo Archeologico Nazionale). Nel fregio del Partenone il dio siede tranquillo tra gli dei, ma sul frontone occidentale dello stesso tempio, come mostra il torso superstite, lotta impetuosamente con Atena. Nel sec. IV a. C. e in età ellenistica Posidone assume atteggiamenti più variati ed enfatici, come nel Posidone del Laterano, appoggiato a una prora di nave, o nel colossale Posidone di Milo (Atene, Museo Archeologico Nazionale), appoggiato al tridente. In età romana furono rielaborati i tipi classici ed ellenistici (vedi Nettuno).