Pònzio, Flamìnio
architetto italiano (Viggiù ca. 1560-Roma 1613). Considerato, insieme al Maderno, tra le personalità più significative del primo Seicento romano, fuse nel suo linguaggio una concezione spaziale tardomanieristica con un gusto decorativo precorritore del barocco. Membro fondatore dell'Accademia di S. Luca (1593), sovrintendente delle imprese edilizie di S. Giovanni in Laterano (1597), fu nominato da Paolo V architetto di Sua Santità e di Palazzo (1605). La protezione della famiglia Borghese gli assicurò molti incarichi importanti a Roma e dintorni. Tra le sue realizzazioni più significative sono il restauro e il disegno della facciata di S. Eligio degli Orefici (1601-05); i lavori di ampliamento di palazzo Borghese (1605-07); il casino di Villa Borghese (1609-13); la Cappella Paolina in S. Maria Maggiore (1605-11), la cui ricchezza decorativa pone l'artista all'avanguardia della ricerca in quegli anni; palazzo Rospigliosi-Pallavicini (1611) e il rinnovamento di S. Sebastiano (1612), compiuto da G. Vasanzio.