Accadèmia di San Luca
istituto fondato a Roma da papa Gregorio XIII nel 1577 e subito protetto da Federico Borromeo e da Federico Zuccari, che ne divenne “principe” nel 1593. Il programma didattico, che tendeva a fare dell'artista un genio universale, era basato sullo studio delle “arti belle” (pittura, scultura, architettura) e veniva articolato attraverso lezioni teoriche (anatomia, storia, composizione) e pratiche (copia dal vero, studio del nudo, copia delle opere degli antichi e dei “grandi” del Rinascimento). Lo stretto legame con l'ambiente ecclesiastico, preoccupato di mantenere le arti in un ambito di ortodossia all'iconografia controriformistica, portò all'isterilimento dell'Accademia, che non seppe rinnovarsi quando venne a contatto con teorie artistiche differenti. Il culto verso l'antico e verso Raffaello, considerati “sublimi” e quindi da imitare pedissequamente, incontrò l'opposizione degli artisti che nel Seicento operarono a Roma (fiamminghi e olandesi, Caravaggio, Bernini). Tuttavia, fino all'istituzione dell'Académie Royale di Parigi (1648) l'Accademia di San Luca fu modello alle accademie d'Europa. Nel corso del Settecento subì una progressiva decadenza. Nel 1810 Antonio Canova ottenne da Napoleone I un decreto per la riforma dell'Accademia, che divenne uno dei centri di diffusione del neoclassicismo aulico fino alla metà dell'Ottocento. Nel 1874, in seguito all'opposizione degli accademici nei confronti delle riforme volute dal governo italiano, si costituì il Reale Istituto di Belle Arti (oggi Accademia di Belle Arti) a cui si demandò l'attività didattica. Dall'epoca della sua fondazione l'Accademia di San Luca ha raccolto, attraverso i doni e i lasciti degli accademici, numerose opere d'arte che costituiscono il patrimonio della Galleria dell'Accademia di San Luca. Attualmente l'Accademia organizza mostre e convegni.