Mantoidèi
sm. pl. [da mant(ide)+-oide]. Ordine (Mantoidea) di Insetti Pterigoti affini ai Blattoidei, di dimensioni medie o grandi e corpo allungato con addome grande. Il capo, subtriangolare, è mobile, con apparato boccale masticatore, antenne per lo più filiformi, occhi grandi e, solitamente, tre ocelli. Le ali, in genere ben sviluppate, possono essere ridotte o assenti. Quelle anteriori sono più o meno sclerificate (tegmine). Il protorace è molto allungato. Caratteristiche sono le zampe anteriori con anca e femore assai sviluppati e tibia che si ripiega contro il femore. Il tarso mobile e uncinato, i denti e le spine poste sui margini della tibia e del femore fanno delle zampe anteriori efficienti organi di cattura delle prede, che sono costituite da insetti e altri invertebrati, ma anche da piccoli Vertebrati terrestri. I Mantoidei depongono le uova in ooteche pergamenacee accollate ad alberi, pali, ecc. Spesso le femmine divorano il maschio dopo l'accoppiamento. Se ne conoscono ca. 2000 specie. Tra i generi principali: Mantis ed Empusa.