(República de Guinea Ecuatorial). Stato dell'Africa centrale (28.051 km²). Capitale: Malabo. Divisione amministrativa: regioni (2). Popolazione: 1.180.000 ab. (stima 2008). Lingua: francese e spagnolo (ufficiale), pidgin english, creolo-portoghese. Religione: cattolici 93,6%, altri 6,4%. Unità monetaria: franco CFA (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,717 (115° posto). Confini: Camerun (N), Gabon (E e S), golfo di Guinea (W). Membro di: ONU e UA, associato UE.

Generalità

Il territorio comprende una parte continentale, il Mbini (ex Río Muni) e una assai esigua, insulare, formata dalle isole Bioko (ex Fernando Poo) e Pagalu (ex Annobón), Corisco, Elobey Grande ed Elobey Chico. Fino agli ultimi anni del Novecento la Guinea Equatoriale era uno dei paesi più piccoli, poveri e sconosciuti del mondo. Recentemente, però, la scoperta di ingenti riserve di petrolio ha portato lo Stato alla ribalta mondiale. Questa scoperta ha dato un indubbio aiuto al suo sviluppo economico, anche se non ha inciso sulle condizioni sociali della popolazione, che ha tratto da questa situazione minimi vantaggi. Oltre al petrolio, risorsa economica importante è divenuto anche il turismo: le fitte foreste dell'interno, le sue spiagge e le sue isole attraggono un numero sempre crescente di visitatori. Con la Danimarca, è l'unico Stato al mondo ad avere la capitale su un'isola, lontana dalla parte continentale del Paese.

Lo Stato

Ex colonia spagnola, la Guinea Equatoriale, indipendente dal 1968, è una Repubblica. In base alla Costituzione del 1991, che ha aperto al multipartitismo, il presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto per 7 anni e nomina il Primo ministro; i membri del Parlamento sono eletti per 5 anni. Il sistema giudiziario è costituito da un tribunale supremo con sede nella capitale, dalle Alte corti territoriali, con sede a Malabo e Bata, che fungono da corti d'appello, e da tribunali di prima istanza. É in vigore la pena di morte. Le forze armate del Paese sono divise nelle tre armi tradizionali, accanto alle quali lavora una forza paramilitare di polizia. L'istruzione è obbligatoria e gratuita per 8 anni, dai 6 ai 14 anni d'età. Il tasso di analfabetismo è fra i più bassi del continente: 13% (2006). Nel Paese non sono presenti università.

Territorio: geografia fisica

Sia la sezione continentale sia quella insulare del territorio sono eminentemente montuose. L'area del Mbini – dal nome del fiume omonimo, oggi Mitemele – corrisponde largamente a una porzione di quel marcato orlo di alteterre che delimita a W la depressione congolese e che poggia sull'antichissimo imbasamento africano. Vi si susseguono, nel centro e a E, fitti allineamenti di brevi catene cristalline, alte in media 500-800 m ma che toccano i 1200 m nel monte Mitra; verso W si hanno in prevalenza terreni sedimentari cenozoici: il rilievo sfuma in basse colline, che cedono a loro volta a una costa bassa e importuosa, interrotta solo a S dal profondo estuario del Mitemele. Affioramenti di un allineamento vulcanico (prosecuzione dei rilievi del Camerun) sono invece le isole Bioko e Pagalu, situate l'una al largo della costa del Camerun, l'altra già in pieno oceano Atlantico. Particolarmente tormentata è la morfologia di Bioko, caratterizzata dalla presenza di numerosi coni vulcanici, che culminano nei 3107 m dell'imponente mole del monte Santa Isabel. Più del Mitemele, che attraversa la sezione meridionale del Mbini, il vero asse idrografico del Paese è il Río Benito, che lo solca da E a W, provenendo dal Gabon; ricco d'acque, date le copiose precipitazioni, è navigabile nell'ultimo tratto del suo corso, mentre altrove è interrotto da frequenti rapide. Il clima della Guinea Equatoriale è tipicamente equatoriale, con piogge abbondanti (2000-3000 mm annui), forte umidità e temperature costantemente elevate (medie di 25-26 ºC); solo l'altitudine mitiga gli eccessi termici, mentre contribuisce in parte a temperare l'assai gravosa umidità l'influsso pur debole dell'aliseo di SE, caldo e asciutto, che a partire da novembre segna l'inizio dell'estate australe.

Territorio: geografia umana

La popolazione è assai composita, anche perché i ceppi etnici sono differenti a Bioko e nel Mbini. Nella parte continentale la popolazione, formata in larghissima parte da bantu fang (82,9%), si è sovrapposta per successive immigrazioni da N agli autoctoni pigmei Binga; nell'isola invece gli abitanti originari sono i bantu bubi (9,6%). Vi sono poi minoranze di ndowe (3,8%), annobonesi (1,5%) e altri (2,2%). Si hanno inoltre alcune migliaia di meticci (fernandinos), derivati dall'unione di portoghesi e spagnoli con africani. Gli europei, sempre piuttosto scarsi, specie nel Mbini, sono fortemente diminuiti dopo la proclamazione dell'indipendenza del Paese. La densità di popolazione è di 42 ab./km²; anche se la maggior parte della popolazione risulta insediata nella parte continentale, è nelle isole che la densità sale notevolmente. Gli unici centri urbani sono la capitale Malabo, situata sulla costa settentrionale dell'isola di Bioko e vivacizzata dall'attività portuale. Principale centro del Mbini e seconda città del Paese è Bata, anch'essa buon scalo marittimo.

Territorio: ambiente

In rapporto al clima spiccatamente equatoriale, un fitto manto forestale ricopre il territorio; numerose sono le essenze pregiate d'alto fusto, come il palissandro, l'ebano e l'okoumé. La foresta pluviale è particolarmente estesa e rigogliosa nel Mbini, mentre a Bioko il terreno estremamente fertile ha permesso la coltivazione di piantagioni di cacao. Un'intensa vegetazione si sviluppa anche nella regione del Rio Muni, lungo la costa del Paese, in cui vivono numerosi animali tra cui elefanti, leoni, gazzelle e alcuni primati, come scimmie e scimpanzé. L'utilizzo dell'isola di Pagalu come discarica di rifiuti industriali e altamente tossici ha prodotto una dilagante diffusione di malattie legate all'inquinamento ambientale; inoltre il processo di conversione delle aree boschive in aree agricole ha aumentato la deforestazione del Paese. Il 14,1% del territorio è ufficialmente protetto dallo Stato sotto forma di riserve naturali e tre parchi nazionali.

Economia

La struttura economica del Paese è ancora fortemente arretrata ma ha subito un profondo cambiamento quando, all'inizio degli anni Novanta del Novecento, sono stati scoperti ingenti giacimenti petroliferi a Alba e Ceiba. Con l'inizio del loro sfruttamento e inseguito alla vendita del greggio sui mercati internazionali, il settore secondario è diventato la risorsa principale del Paese a scapito del settore agricolo. Il PIL è in costante crescita (nel 1997 aumentò del 71,2% e nei tre anni successivi le dimensione dell'economia raddoppiarono) e si attestava nel 2008 a 18.525 ml $ USA; in aumento anche il PIL pro capite. Questa repentina crescita di un solo settore economico ha fatto però si che si facesse più pesante il divario fra ricchi e poveri; rimane inoltre ancora marcata la contrapposizione tra la più prospera parte insulare del Paese, il Bioko, e l'ampia sezione continentale più povera, il Mbini. § Con l'ingresso di ricchezza nel Paese proveniente dagli introiti del petrolio, il governo ha provato, senza importanti risultati, a investire nell'agricoltura, privatizzando e diversificando il settore primario: quest'ultimo, pur impiegando la gran parte della forza lavoro, partecipa solo per 4,2% alla produzione del PIL. Esistono colture di piantagione (localizzate essenzialmente nel Bioko), sopratutto cacao (la sua produzione è calata però da 7000 t annue negli anni Settanta del Novecento a 4000 t all'inizio del Duemila) e colture destinate al consumo interno, ancora caratterizzato da larghi fenomeni di carenza alimentare, come manioca e patate dolci, palme da olio, da cocco e banani. § Il territorio, prevalentemente montuoso, ha da sempre favorito lo sfruttamento forestale e l'esportazione di essenze pregiate come ebano, palissandro, okoumé: il pesante sfruttamento boschivo ha avuto però forti ripercussioni ambientali a cui il governo ha cercato di ovviare con vasti piani di rimboschimento. § L'allevamento è praticamente inesistente e la pesca viene praticata solo da flotte straniere. § L'industria è limitata alla lavorazione del petrolio e dei prodotti agricoli. § Quanto alle vie di comunicazione, mancano le ferrovie e la stessa rete stradale, limitata a poche migliaia di km, riguarda in pratica solo Bioko; non esiste alcun servizio di trasporto pubblico e i collegamenti tra le due parti dello Stato si svolgono principalmente mediante aereo. I maggiori scali aerei sono Bata e Malabo; la capitale è altresì il più attivo sbocco marittimo del Paese, collegato direttamente con l'Europa.

Storia

Raggiunta dai Portoghesi nella seconda metà del sec. XV, fu ceduta alla Spagna nel 1778 col Trattato del Pardo. Nel 1827 gli Inglesi istituirono a Macías Nguema Biyogo una base navale per la lotta contro la tratta degli schiavi amministrando l'isola col consenso della Spagna, che ne ritornò in possesso nel 1844. La Conferenza di Berlino (1885) riconobbe i diritti spagnoli sul Mbini e sull'arcipelago di Macías Nguema Biyogo. Il manifestarsi di aspirazioni nazionaliste portò, nel 1963, all'emanazione, da parte della Spagna, di un provvedimento legislativo che istituiva la Provincia della Guinea Equatoriale, alla quale venne concessa il 3 luglio 1964 l'autonomia interna. Negli anni successivi – anche in virtù delle sollecitazioni dell'ONU – la Guinea Equatoriale fu avviata alla piena indipendenza, conseguita il 12 ottobre 1968 dopo la promulgazione di una Costituzione (12 agosto 1968) che dava vita a una Repubblica di tipo presidenziale. Ma i metodi autoritari praticati dal capo del nuovo Stato, Francisco Macías Nguema, esasperarono le già acute tensioni interne. Nell'agosto 1979 il presidente fu rovesciato (poi giustiziato) da un colpo di mano militare che insediò al governo un Consiglio militare supremo presieduto dal colonnello Téodoro Obiang Nguema Mbasogo. Superati un paio di tentativi di colpo di stato (1983 e 1985), il regime continuò a bilanciarsi nelle relazioni internazionali fra Spagna e Francia. Pur nel contesto interno di crisi economica e di crescita delle tensioni sociali, la Costituzione, nel 1987, del Partido Democrático de Guinea Ecuatorial (PDGE) preludeva all'adozione di un sistema multipartitico. Definitivamente introdotto nel 1992 dal presidente Mbasogo (riconfermato nella carica dal 1989), dopo l'approvazione per referendum di una nuova Costituzione, il multipartitismo non incrinò la leadership del PDGE, dal momento che alle forze di opposizione non vennero concessi gli strumenti necessari per condurre una reale lotta politica. Come nelle precedenti elezioni, anche nelle legislative del 1999, seguite dalle ennesime accuse di gravi brogli da parte delle opposizioni, il PDGE ottenne la maggioranza assoluta. Lo stesso scenario si ripropose in occasione delle presidenziali del dicembre 2002 nelle quali Nguema, praticamente in assenza di reali oppositori, venne riconfermato con una larga maggioranza, ma a prezzo di brogli e pesanti intimidazioni all'opposizione, nelle elezioni politiche e amministrative del 2004 e in quelle presidenziali del 2009 in cui Nguema veniva riconfermato con il 95% delle preferenze.

Cultura: generalità

La letteratura dell'ultimo periodo del Novecento è un lento prodotto di una simbiosi culturale ispano-bantu, che ha potuto trovare un terreno propizio per fiorire solo dopo la caduta del feroce dittatore Macías Nguema (1979). Un'antologia, a cura di D. Ndongo-Bidyogo, apparsa nel 1984, ha segnalato un fermento di tendenze che non si coagulano in scuole e buoni autori come, per la prosa, José Buaki, Maplal Loboch, Leoncio Evita e lo stesso Ndongo-Bidyogo. La poesia è rappresentata da Marcelo Ensema, autori di grande forza espressiva, Francisco Zamora, aperto a nuove sperimentazioni, Costantino Ochoa, sensibile e sofisticato, María Nsue, dal fresco lirismo, Julian Bibang, dalla vena intimista, l'ironico Cristino Bueriberi e Anacleto Olò, di ispirazione sociale. Nonostante la religione cattolica romana sia la religione ufficiale e venga praticata dalla larghissima maggioranza della popolazione, nelle aree rurali gli stregoni hanno ancora un ruolo importante nelle varie credenze religiose e occupano una posizione preminente nella comunità. Musica e danza sono parte integrante di molti riti; in uno di questi, detto abira, si cerca di scacciare il male dalla comunità. Una cerimonia dei bantu bubi consiste nel porre una pentola d'acqua all'entrata del villaggio, chiedendo agli spiriti buoni di proteggere la gente del villaggio e di benedirla facendo nascere più bambini. Nelle religioni indigene si venerano gli antenati; si dice che abitino in un luogo chiamato Borimo, e si pensa che possano influenzare la vita dei vivi. I bubi spesso pongono anche a qualche centinaio di metri fuori del villaggio degli amuleti, come ossa di animali, piume e conchiglie in ricordo dei loro morti. Sia i fang sia i bubi mantengono ancora la musica e la danza tradizionali, che sono elementi centrali della cultura del Paese. Gli strumenti musicali più comuni sono il tamburo, lo xilofono di legno, l'adungu (uno strumento simile a una piccola arpa, con dieci corde), una specie di cetra e il sanza, minuscolo strumento a corde che si suona con i pollici. I musicisti, solitamente in numero di tre o quattro, accompagnano le danze tradizionali: tra queste il balélé (eseguita a Natale e nei giorni di festa) e l'ibanga, la danza nazionale dei fang, diffusa soprattutto lungo la costa: i ballerini, uomini e donne, si dipingono il corpo di bianco. I cibi principali sono la radice di manioca, la banana, il riso e la patata dolce; la dieta viene integrata con pesce e cacciagione. Bevande popolari sono il vino di palma e la malamba (un alcolico estratto dallo zucchero di canna).

Bibliografia

J. F. Tullot, El clima de las posesiones españolas del Golfo de Guinea, Madrid, 1956; M. de Terán, Síntesis geográfica de Fernando Poo, Madrid, 1962; J. Cervera Pery, Guinea Ecuatorial, Madrid, 1964; M. G. Artom Pasqualini, La politica della Spagna nei territori di Fernando Poo e del Rio Muni dal 1956 all'indipendenza, Perugia, 1970; M. Liniger-Goumaz, Bréve histoire de la Guinée équatoriale, Parigi, 1988; R. Fegley, Equatorial Guinea: An African Tragedy, Berna, 1990.

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