Generalità

Antica città della Transgiordania, corrispondente all'odierna città di Jarash (Giordania), 45 km a N di ʽAmman.

Cenni storici

Già abitata nell'Età del Bronzo e del Ferro, probabilmente di origine semitica, Gerasa fu nuovamente fondata da (o in onore di) Antioco, della dinastia dei Seleucidi, da cui prese il secondo nome di Antiochia al Crisorroa. Al tempo di Pompeo fece parte della Decapoli, che riuniva le città greche della Siria con minoranza giudaica; fu in parte ricostruita da Nerone ed ebbe la sua maggiore prosperità, come centro carovaniero, nel sec. II d. C.

Arte

L'antica città ellenistico-romana, cinta di mura con torri e attraversata dal fiume Crisorroa, era divisa in due parti da una grande strada in senso N-S tagliata a sua volta in senso E-W da due decumani; gli incroci erano sottolineati da tetrapyla. Fuori della città era l'ippodromo. La porta meridionale era un arco trionfale a tre fornici, poco distante dal quale si trovavano il caratteristico foro ovale, il tempio peripteroottastilo di Zeus (rifatto nel 163 d. C.) e uno dei due teatri rimessi in luce dagli scavi. Al centro della città sorgeva il grande santuario di Artemide, con il tempio periptero esastilo circondato da colonnati e preceduto da un propileo monumentale; a nord del santuario era un secondo teatro. Tra il sec. IV e il VI sorsero a Gerasa numerose chiese a pianta sia basilicale sia centrale (la cattedrale, S. Teodoro, S. Giorgio, SS. Cosma e Damiano, S. Giovanni, ecc.) ornate di interessanti mosaici. Gli scavi archeologici degli anni Ottanta hanno messo in luce l'abitato omayyade (distrutto da un terremoto alla metà del sec. VIII), fondato su un'economia artigianale (ceramica e vetro).

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