propilèo
sm. (usato per lo più al pl.) [sec. XVIII; dal latino propylaeon, dal greco propýlaion, da pró, avanti+pýlē, porta]. Ingresso monumentale di edifici sacri (santuari e templi) e pubblici (piazze e palazzi). Già riconoscibili nei piccoli portici, con colonne tra ante, del palazzo miceneo di Tirinto, i propilei sono costituiti per lo più di due porticati separati da un muro, ma possono avere anche forme particolari, a corridoio o con un solo portico. Essi sono largamente presenti nell'architettura greca arcaica (santuari di Egina, Sunio, Calauria), classica ed ellenistica (propileo del bouleutérion di Mileto). Al 437-432 a. C. risalgono gli splendidi propilei dell'Acropoli di Atene dovuti all'architetto Mnesicle, cui si ispirarono molte costruzioni posteriori (grandi propilei di Eleusi, palestra di Epidauro). L'ingresso del tempio di Giove Eliopolitano di Baalbek dell'età di Settimio Severo (due torri che delimitano 12 colonne corinzie sulla sommità di una grandiosa scalinata) costituisce l'interpretazione più complessa di questo tipo di costruzione. Nell'architettura neoclassica si trovano imitazioni degli antichi propilei (per esempio a Monaco di Baviera). "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 2 pp 170-171" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 2 pp 170-171"
Propilei dell'Acropoli di Atene (437-432 a. C.), opera di Mnesicle.
De Agostini Picture Library/G. Dagli Orti