Epidàuro
Indice(greco Epídauros; lat. Epidaurus), nome di due città della Grecia antica. § Epidauro nell'Argolide. Città dell'Argolide, nel Peloponnesonordorientale, 32 km a NE di Nauplia, presso gli odierni centri di Néa Epídauros e Palaiá Epídauros. Fondata da un mitico eroe omonimo e già abitata in età preistorica, fu poi occupata dai Dori di Argo, ai quali rimase sottomessa finché non se ne liberò entrando nella Lega del Peloponneso. Il periodo del suo maggior splendore ebbe inizio nel sec. VI a. C. con l'affermazione del culto di Asclepio e toccò il suo culmine nel sec. IV. Fece quindi parte della Lega Achea dal 243 a. C. fino alla conquista romana nel 146 a. C. che causò anche la distruzione del tempio di Asclepio. Il santuario sorgeva a qualche chilometro dalla città. Comprendeva il tempio del dio, opera dell'architetto Theodotos (380-375 a. C.), quello di Artemide, la thólos (cella circolare con colonnato corinzio esterno), opera di Policleto il Giovane (seconda metà del sec. IV a. C.), tempietti, sacelli, statue, oltre a vari edifici per accogliere i malati. Era collegato a Epidauro da una strada anch'essa ornata di monumenti. Il monumento più insigne di Epidauro è il teatro, uno dei più perfetti del mondo greco, anch'esso di Policleto il Giovane (350 a. C.), ancora in uso per rappresentazioni drammatiche e musicali grazie all'eccellenza della sua acustica. L'Assemblea nazionale ellenica emanò a Epidauro, il 13 gennaio 1822, la cd. Legge organica di Epidauro, costituzione provvisoria che per la nuova Grecia indipendente. § Epidauro Limera. Centro commerciale sulla costa nordorientale della Laconia, fondato da coloni di Epidauro nell'Argolide. Durante la guerra del Peloponneso fu oggetto di scorrerie e devastazioni ateniesi nel 424 e nel 414 a. C.
Bibliografia
M. Bieber, The History of Greek and Roman Theatre, Princeton, 1961; A. von Gerkan, W. Müller-Wiener, Das Theater von Epidauros, Stoccarda, 1961; G. A. Mansuelli, Architettura e città, Bologna, 1970.