Frank, Joachim
Biochimico tedesco naturalizzato statunitense (Siegen, 1940). Consegue una laurea in Fisica presso l'Università di Friburgo nel 1963; in seguito un master presso l'Università di Monaco nel 1967 e un dottorato presso l'Università tecnica di Monaco nel 1970. Dal 1970 al 1972 è borsista di studio post-dottorato; coglie l’occasione per lavorare negli Stati Uniti al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, alla Berkeley e alla Cornell University, a Ithaca, New York. È visiting scientist presso il Max Planck Institute of Biochemistry di Monaco di Baviera dal 1972 al 1973 e assistente di ricerca senior presso il Cavendish Laboratory dal 1973 al 1975. Successivamente entra a far parte del Wadsworth Center del New York State Department of Health ad Albany come ricercatore senior nel 1975. A partire dal 1977, ricopre incarichi presso la State University di New York ad Albany. Frank idea un modo per osservare singole molecole che erano solo debolmente visibili con la microscopia elettronica. Il problema con l'osservazione di un gruppo di singole molecole con la microscopia elettronica è che l'intenso fascio di elettroni distrugge il campione; Frank e i suoi colleghi trovano un metodo per utilizzare le immagini di scarsa qualità risultanti dall'impiego di un fascio di elettroni meno intenso. Nel 1978 Frank e i suoi colleghi utilizzano con successo questo approccio per visualizzare l'enzima glutammina sintetasi. All'inizio degli anni '80, Frank e il biofisico olandese Marin van Heel individuano metodi statistici per determinare la struttura tridimensionale di una particella da immagini bidimensionali. Nel 1981 Frank, Adriana Verschoor e Miloslav Boublik impiegano la tecnica della media per ottenere immagini di ribosomi al microscopio elettronico di alta qualità. Durante gli anni '80, Frank e i suoi collaboratori concentrano il loro lavoro sui ribosomi; passando in seguito alla microscopia crioelettronica, che utilizza campioni congelati e consente quindi ai ribosomi di mantenere la loro forma. Dal 2003 fa parte della Columbia University di New York come docente senior. È professore nel dipartimento di scienze biologiche e di biochimica e biofisica molecolare dal 2008. Nel 2017 vince il Premio Nobel per la Chimica per il suo lavoro sulle tecniche di elaborazione delle immagini che si sono rivelate essenziali per lo sviluppo della microscopia crioelettronica. Condivide il premio con il biofisico svizzero Jacques Dubochet e il biologo molecolare britannico Richard Henderson.