Enchi, Fumiko
scrittrice giapponese (Tōkyō 1905-1986). Figlia del noto studioso di letteratura Ueda Kazutoshi, Enchi si dedicò dapprima alla stesura di testi teatrali sotto la guida di Osanai Kaoru, uno dei pionieri del moderno teatro giapponese. Nel 1938 apparve la sua prima raccolta di racconti in prosa, Kaze no gotoki kotoba (Parole come vento). Dopo un lungo periodo di silenzio, dovuto anche a motivi di salute, iniziò la stesura del suo romanzo più famoso, Onnazaka (1949-1957; La salita delle donne) che, ambientato nella seconda metà del sec. XIX, presenta un personaggio femminile stretto fra le rigide convenzioni di un passato feudale ancora operante e l'esigenza profondamente sentita di una maggiore dignità e libertà. Il tema di una psicologia femminile complessa e spesso ambigua, sempre dominata da una passione profonda e tenace, si ritrova in altre opere della maturità della scrittrice, talvolta rivisitato alla luce di una letteratura classica presente con infiniti suggerimenti: Ake wo ubau mono (1955-1967; Gli usurpatori dello scarlatto), ricco di spunti autobiografici, Yō (1957; L'ammaliatrice), Onnamen (1958; La maschera femminile), Hanachirusato (1961; Il villaggio dei fiori caduti), Namamiko monogatari (1965; Il racconto delle sciamane). Le ultime opere, Yūkon (1970; Spiriti erranti) e Saimu (1976; Nebbia colorata), ripropongono un tema già in precedenza analizzato, quello della psicologia femminile di fronte all'avanzare della vecchiaia, delle malattie e della morte. Nel 1973, inoltre, la scrittrice ha pubblicato una sua versione in lingua moderna del Genji monogatari. 1985 ha ottenuto dal Ministero dell'Educazione l'onorificenza Bunka kunshō, in riconoscimento dei suoi meriti in campo culturale.