Doràzio, Pièro
pittore italiano (Roma 1927-Perugia 2005). Ha esordito nel 1946, esponendo con il gruppo “Arte sociale”; conosciuti Severini e Prampolini, si è interessato al futurismo; nel 1947 ha partecipato, con Consagra e Turcato, alla stesura del Manifesto del formalismo-Forma I, contro i limiti del “realismo socialista” e in difesa dell'arte astratta, che Dorazio si impegnava a divulgare tramite lavoro di galleria e redazione (Arti visive, 1952). La XXVI Biennale di Venezia del 1952 ha segnato l'inizio della notorietà internazionale dell'artista. Sono di questi anni i quadri bianchi su cui svolge indagini sul colore, che muovono dalle teorie della percezione, nonché dalle ricerche non figurative di Mondrian e dalle textures di Moholy-Nagy. Dalla fine degli anni Cinquanta, Dorazio ha approdato a una pittura fatta di un fitto tessuto di tratti colorati, paralleli, convergenti o incrociati a formare un reticolo di cromie sovrapposte (Griglia, 1966; Rosso A, 1975; Fiara I, 1986). Dorazio, che ha diretto per un decennio (1960-70) il Dipartimento di Belle Arti dell'Università della Pennsylvania, ha partecipato con mostre personali alle Biennali di Venezia (1960, 1966, 1988) e a Düsseldorf ha preso parte al manifesto e alle mostre del “Gruppo Zero”. Una sua retrospettiva, presentata a Grenoble nel 1990, è stata allestita a Bologna nel 1991. Negli anni successivi Dorazio ha ottenuto importanti commissioni da diversi enti, fra le quali quella relativa al progetto e alla realizzazione di mosaici nelle stazioni della metropolitana di Roma.