Didóne
(greco Didṓ; latino Dido-ōnis), personaggio dell'Eneide di Virgilio. Principessa fenicia, Didone, fuggita dal suo Paese dopo che il fratello Pigmalione le ha ucciso lo sposo, Sicheo, si stabilisce sulle coste libiche e fonda un regno con capitale Cartagine. Lì sbarca Enea, di cui Didone s'innamora; ma quando l'eroe troiano, per volere degli dei, deve riprendere il viaggio, Didone si uccide. § La leggenda di Didone aveva già un precedente nel Bellum Poenicum di Nevio e fu poi ripresa da Ovidio e da Silio Italico, quindi con fortuna nel Medioevo. La sua figura interessò anche il teatro, soprattutto dei sec. XVI-XVIII, ispirando un'ampia produzione: É. Jodelle (Il sacrificio di Didone, ca. 1555), C. de Virués (Elisa Dido, sec. XVI, che si discosta però dalla versione virgiliana), Ch. Marlowe e Th. Nash (Dido, Queen of Carthage, 1594) e A. Hardy (Didon se sacrifiant, 1603); il melodramma di P. Metastasio, più volte musicato, Didone abbandonata (1724) e molte altre opere musicali: Didone di F. Cavalli su libretto di G. F. Busenello (1641), Dido and Aeneas di H. Purcell (1689; unica vera e propria opera e tra i capolavori del compositore inglese); una Didone abbandonata di D. Scarlatti (1724) e una di N. Porpora (1725), una Didone di B. Galuppi (1741), una Didon di N. Piccinni (1783) su libretto di Marmontel e una sonata su Didone abbandonata di M. Clementi (1831).
Didone si uccide alla partenza di Enea in una illustrazione di un manoscritto francese del sec. XV (Digione, Biblioteca Municipale).
De Agostini Picture Library/M. Seemuller