Comunità, Moviménto di-
movimento politico fondato da Adriano Olivetti nel 1946. Si inseriva nella corrente ideologica che ricercava uno sviluppo più armonico e completo della personalità umana attraverso un maggior inserimento politico dei singoli individui nella vita statuale, da raggiungere con l'ausilio di numerosi organismi intermedi; le comunità furono definite da Olivetti “concreta unità territoriale e umana”, che da un lato definisce uno spazio geografico e un gruppo di popolazione limitato sulla “misura umana” di 75-100 mila unità con tradizioni e interessi comuni, dall'altro costituisce la cellula di un'idea di Stato costruito dal basso per “federazione di Comunità”. In questo schema Olivetti riteneva possibile fronteggiare gli effetti alienanti del crescente accentramento e sviluppo industriale per conciliare, in un'ipotesi liberal-socialista, le varie forme di proprietà. A questo ambizioso e generoso progetto di una nuova società aderirono esponenti di rilievo della società civile, come, tra gli altri, C. Musatti, L. Quaroni, O. Ottieri, F. Fortini, G. Soavi. Dopo affermazioni in campo cooperativistico, culturale (attraverso l'azione fiancheggiatrice delle Edizioni di Comunità e della rivista quadrimestrale Comunità, iniziative rivolte in particolare a problemi politico-economici, sociologici e urbanistici) e politico (un seggio al Parlamento nel 1958 e amministrazioni locali nel Canavese, sede della Olivetti S.p.A. e dei suoi maggiori stabilimenti), con la morte di Olivetti (1960) il Movimento di Comunità entrò in crisi e molti suoi aderenti passarono alla socialdemocrazia o al Partito repubblicano.