Cobèlli, Giancarlo
attore, mimo e regista italiano (Milano 1933-2012). Si può dividere la sua carriera in tre parti. La prima inizia nel 1954 e lo vide impegnato come attore-mimo in teatro e alla televisione. La seconda, dal 1959 al 1965, fu caratterizzata da una serie di spettacoli che riprendevano e reinventavano le formule del cabaret. La terza cominciò nella stagione 1968-69 e lo impose come uno dei registi teatrali di maggiore spicco, per la fantasia visiva e per la rabbia anticonformistica con la quale affrontò testi consacrati nel tempo, quali Gli uccelli di Aristofane (1968), Woyzeck di Büchner (1969), di Giraudoux (1972), La figlia di Iorio di D'Annunzio e L'impresario delle Smirne di Goldoni (1973), Aminta di Tasso, Antonio e Cleopatra di Shakespeare (1974), Turandot di Gozzi (1981), La fiaccola sotto il moggio di D'Annunzio (1983). La regia di opere liriche impegnò totalmente Cobelli negli ultimi anni. Mise in scena Il sacrificio di Lucrezia di Benjamin Britten per il San Carlo di Napoli; la Bohème di Giacomo Puccini per lo Sperimentale di Spoleto; l'Ifigenia in Tauride di Christoph W. von Gluck, diretta da R. Muti, per la Scala di Milano; il Don Giovanni di Mozart per il Carlo Felice di Genova e ancora L'angelo di fuoco di Prokofev sempre per la Scala. Fu poi il regista della prima rappresentazione in Italia di Un patriota per me di J. Osborne e di un vaudeville melodrammatico di Cocteau, I parenti terribili. Nel 2006 diresse La locandiera di C. Goldoni e nel 2007 Die Vögel (Gli uccelli) di Walter Braunfels, opera ispirata all'omonima commedia di Aristofane.