Chateaubriand, François-René de-

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Biografia

Scrittore e uomo politico francese (Saint-Malo 1768-Parigi 1848). Discendente da nobile famiglia bretone, passò gli anni dell'infanzia nella cittadina natale e poi nel triste castello di Combourg, con la sorella Lucille, natura esaltata e di una sensibilità morbosa, dalla quale apprese a essere melanconico e a seguire un'immaginazione romantica senza limiti. Sottotenente nel reggimento di Navarra e poi capitano di cavalleria, trovò posto nella società letteraria ed ebbe l'amicizia di Fontanes e di Joubert e la stima di Chamfort, La Harpe, Malesherbes. Fu anche ricevuto a corte. Nel 1791-92 fece un viaggio in America per scoprire il passaggio a Nord-Ovest e giunse fino ai Grandi Laghi; descrisse poi la sua avventura nel Voyage en Amérique per il quale utilizzò anche le narrazioni dei viaggiatori e dei missionari. Tornato in Francia alla morte di Luigi XVI, si sposò e si unì all'esercito degli emigrati realisti: ferito a Thionville, si rifugiò a Bruxelles, a Jersey, quindi a Londra (1793) dove visse per qualche anno in miseria. Tornato in Francia alla morte dei suoi, nel 1800, si riavvicinò al cattolicesimo e ne sentì l'importanza storica: ne elogiò le bellezze poetiche con abbandoni spirituali e vagheggiamenti letterari in Le génie du Christianisme (1802; Il genio del Cristianesimo), da cui erano stati eliminati, come episodi significativi di “esempi poetici” dell'importanza della fede, i due racconti americani, Atala ou les amours de deux sauvages dans le désert (Atala o gli amori di due selvaggi nel deserto) e René. Napoleone apprezzò il contributo recato da Chateaubriand alla restaurazione religiosa sentita come atto politico. Lo nominò segretario d'ambasciata a Roma e poi ministro plenipotenziario nel Vallese (1804). La morte del duca d'Enghien allontanò da NapoleoneChateaubriand, che visitò (in Grecia, Palestina, Tunisia e Spagna) i luoghi dove voleva situare l'azione del poema in prosa Les Martyrs (1809) e scrisse l'Itinéraire de Paris à Jérusalem (1811). Eletto accademico di Francia (1811), non poté pronunciare il discorso di ammissione per opposizione dell'imperatore. Al ritorno dei BorboniChateaubriand mantenne una linea di intransigenza fino alla loro caduta, cercando però di unire un programma liberale a un'idea legittimista; pari di Francia, fu ambasciatore a Berlino e a Londra (1821) e spinse il Congresso di Verona all'azione contro i patrioti di Spagna. Dopo che fu detronizzato Carlo X, rifiutò di servire Luigi Filippo e tornò a vita privata. Trascorse i suoi ultimi anni tra la dimora parigina della Rue du Bac e l'Abbaye-au-Bois, residenza di Mme de Récamier (la sua ultima ispiratrice), al centro di un gruppo di ammiratori ferventi. Sua grande cura fu la messa a punto delle memorie, intitolate Mémoires d'outre-tombe (Memorie d'oltretomba) perché volle che fossero pubblicate postume (apparirono tra il 1849 e il 1850): splendido, anche se immodesto monumento alla sua persona, confessione fastosa e provocante di un uomo eccezionale, perfettamente convinto della propria grandezza e pur penetrato della coscienza lucidissima dell'umana complessità e dell'universale vanità.

Opere

La fama di scrittore ricco di sentimento, in Atala e in René e in altri scritti narrativi, ed effuso in immaginazioni esotiche in pagine di viaggio, specialmente in quelle orientali e americane, ha fatto di Chateaubriand uno dei protagonisti più autorevoli del romanticismo francese, insieme a Madame de Staël e a Benjamin Constantoti di sensibilità e di introspezione furono considerate nell'opera sua come motivi del “male del secolo” per il prevalere delle passioni sulla ragione e per una concezione aristocratica della realtà. Documenti notevoli dell'attività politica del personaggio sono l'Essai sur les Révolutions (1797, incompleto) e Le Congrès de Vérone (1838). Pregevoli sono gli Études historiques (1831) e l'Essai sur la littérature anglaise (1836). Affermazione di pietà religiosa è la Vie de Rancé (1844). La sua attività giornalistica fu notevole. Espresse il suo dissenso su Napoleone nel Journal des Débats e alla caduta dell'imperatore pubblicò il noto pamphlet De Bonaparte et des Bourbons (1816). I suoi atteggiamenti spesso contrastanti non lo resero tuttavia gradito neppure al governo della seconda restaurazione. Ma a merito di Chateaubriand va ascritta la sua lotta per la libertà di stampa, in cui fu oppositore del governo De Villèle che, con la legge presentata nel 1826 (e da lui definita loi vandale), intendeva imbavagliare i giornali. Con i suoi scritti lucidi e acuti Chateaubriand contribuì alla caduta del ministero avvenuta all'inizio del 1828.

M. Levaillant, Splendeur misères et chimères de Monsieur de Chateaubriand, Parigi, 1948; B. d'Andlau, Chateaubriand et les Martyrs. Naissance d'une épopée, Parigi, 1952; G. Macchia, Il mito di Chateaubriand, Firenze, 1969; J.-P. Richard, La creazione della forma, Milano, 1969; G. Macchia, I fantasmi dell'opera; idee e forme del mito romantico, Vicenza, 1971; P. Barbéris, À la recherche d'une écriture, Chateaubriand, Parigi, 1976; G. Painter, Chateaubriand. Une biographie (1768-1793), Parigi, 1979; M. R. Ansalone, “René” di F. R. de Chateaubriand, Napoli, 1980; J. D'Ormesson, Biografia sentimentale di Chateaubriand, Milano, 1984.

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