Chaco, guèrra del-
nome dato al conflitto (1928-35) tra Paraguay e Bolivia per il possesso del Chaco Boreal. La zona, rivendicata dai due Paesi fin dall'epoca dell'indipendenza dal dominio spagnolo, nel sec. XIX era stata oggetto di tentativi di accordo tra i governi di La Paz e Asunción, per mezzo di negoziati: iniziati nel 1879, questi si erano trascinati senza risultato fino al 1913. Dopo altri tentativi diplomatici, nel 1928 le due Repubbliche inviarono contingenti di truppe nella zona e iniziarono violenti scontri; ma soltanto nel 1932 fu ufficialmente dichiarata la guerra. L'importanza economica del Chaco Boreal era costituita a quell'epoca dall'allevamento del bestiame e dalla produzione del quebracho (dal quale si estrae il tannino). Negli ultimi anni, poi, si era parlato di importanti giacimenti di petrolio. La società americana Standard Oil aveva acquistato nel 1922 la concessione di una zona nella parte sudorientale della Bolivia e premeva su La Paz perché facesse valere i suoi diritti anche sul Chaco. La ricerca di uno sbocco sul bacino del Río de la Plata, dopo la perdita di Antofagasta in seguito alla sconfitta nella guerra del Pacifico, e la ricerca di un diversivo di fronte alla situazione sociale molto tesa, prodotta dalla crisi economica mondiale, furono per la Bolivia i motivi determinanti della guerra che si risolse però in un disastro. I soldati boliviani, abituati alle altitudini delle Ande, morivano di malaria nel Chaco, terreno favorevole ai Paraguayani. Le ostilità si protrassero per quattro anni. Nel 1935 la maggior parte del territorio era in mano al Paraguay. Dopo interventi diplomatici della Società delle Nazioni, una conferenza fra Stati Uniti, Argentina, Cile, Perú, Uruguay e Brasile si riunì a Buenos Aires e riuscì a fare accettare dalle parti un armistizio nel giugno 1935. Il trattato di pace fu firmato nel 1938: si disponeva la delimitazione dei confini, si cedeva al Paraguay quasi tutto il Chaco Boreal e si dava il diritto alla Bolivia di possedere un porto sul fiume Paraguay.