New Deal
(angloamericano, Nuovo Metodo), programma di politica economica varato da F. D. Roosevelt per fronteggiare la crisi che sconvolse l'economia americana a cominciare dal 1929. Sul piano pratico il New Deal si realizzò con misure immediate di risanamento e intervento (controllo delle banche, svalutazione della moneta, lavori pubblici) e con riforme a lungo termine, tra cui quella agricola, regolata dall'Agricultural Adjustment Act (1933) e gli interventi nel settore industriale, stabiliti dal National Industrial Recovery Act (1933); l'istituzione della Tennessee Valley Authority (TVA; 1933), ente federale che curò la realizzazione di un grandioso complesso di opere pubbliche, assurte a simbolo del New Deal, e la costituzione della Reconstruction Finance Corporation per il controllo degli investimenti. Inviso al mondo degli affari, questo complesso di leggi, noto come “primo New Deal”, fu reso inoperante nel 1935 (a parte la TVA) da una serie di sentenze di incostituzionalità della Corte Suprema, dominata dai conservatori tradizionalmente sostenitori di un'economia liberista. Rieletto trionfalmente nel 1936 con l'appoggio delle classi lavoratrici, Roosevelt varò il “secondo New Deal”, una serie di misure sociali tra cui spiccano il Social Security Act, riguardante le assicurazioni sociali, e il National Labor Relations Act (o Wagner Act), per la regolamentazione delle relazioni sindacali, considerato tuttora la Magna Charta del sindacalismo americano. Roosevelt, con il New Deal, individuò un metodo diverso per riorganizzare l'economia e la società americane, rendendole adatte ad affrontare i tempi nuovi senza sovvertirne le strutture; il New Deal realizzò il superamento dell'individualismo caratteristico dell'Ottocento e l'avvento del progressismo, che caratterizzò negli USA gli anni Trenta. § Più in generale, in economia, con la loc. new deal si intende l'adozione di un diverso ordine economico in grado di assicurare benessere e una più equa distribuzione della ricchezza.